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BENVENUTI IN VALLE IMAGNA (BG)

La Valle Imagna (Al d’Imagna in dialetto bergamasco) è una valle prealpina della Provincia di Bergamo che confluisce da destra nella val Brembana, nella quale scorre il torrente Imagna.
La valle accoglie al suo interno 16 Comuni: Almenno San Bartolomeo, Almenno San Salvatore, Barzana, Bedulita, Berbenno, Brumano, Capizzone, Corna Imagna, Costa Valle Imagna, Fuipiano Valle Imagna, Locatello, Palazzago, Roncola, Rota d’Imagna, Sant’Omobono Terme e Strozza. Gli abitanti della valle sono detti valdimagnini (bergamasco: aldimagnì) Il territorio della conca imagnina è caratterizzato da numerosi villaggi di piccole dimensioni, a loro volta suddivisi in contrade. Capoluogo della valle è il comune di Sant’Omobono Terme. Antonio Stoppani, ne Il Bel Paese, così descriveva la Valle Imagna:
“Oh, come è bella questa valle! Quasi una conca ellittica, scavata in seno alle montagne, colle sponde di lividi calcari, e il fondo di neri schisti, che paiono carbone; ma riccamente coperta di boschi, di prati, di colli; e su quel manto di lieve verzura, rotto da severe bizzarre rupi, spiccano gli sparsi casolari, i paeselli, le chiese, le torri. Quando il cielo è azzurro, la valle somiglia ad un vaso di smeraldo storiato, con un coperchio di zaffiro trasparente”.

Storia
La storia della valle parte fin dall’epoca della dominazione romana, quando qui si verificarono piccoli e sporadici insediamenti abitativi, mantenuti anche in epoca longobarda.L’epoca medievale vide scontri cruenti tra guelfi e ghibellini, tanto che in tutta la zona sorsero numerosi castelli e fortificazioni.
In principio furono i guelfi a prevalere, ma i ghibellini, non rassegnandosi alla sconfitta, chiesero l’appoggio di Matteo Visconti (1288-1322) signore di Milano, offrendogli in compenso il dominio di Bergamo. Il Visconti riuscì a sbaragliare i guelfi e inviò Mandello a governare la città. Ma i partigiani del Papa tentarono la riscossa, in un primo tempo fortunata, ma successivamente con il nuovo aiuto dei Visconti i ghibellini riuscirono ad avere la meglio. Cominciò così per Bergamo e le valli quella che il Carminati chiama la tirannia dei Visconti “che non governarono, ma sfruttarono il nostro paese”. Numerosi sono gli episodi di questo periodo che riguardano da vicino la valle, a partire dal dominio di Barnabò Visconti (1354-1385), il cui nome e la fama “sopravvive ancora nella memoria dei vecchi e nelle tradizioni della valle”. Durarono un anno i progressi della crudeltà uccidendo l’una e l’altra parte persone innocenti e barbaramente trucidando le famiglie intere. Nel 1373 i guelfi, provenienti dalla Valdimagna e altre terre, assalirono i ghibellini. La vendetta del Visconti che in quell’occasione ebbe il figlio ucciso, fu terribile. Dopo aver posto in stato di assedio il monastero di S. Giacomo in Pontida e aver promesso agli assediati che avrebbe loro lasciato salva la vita, trucidò tutti: uomini d’arme e monaci che incautamente si erano fidati della parola del condottiero.
Nel 1384 il Calvi descrive un fatto d’armi avvenuto nelle vicinanze del Pertusio. “Andarono quelli di Locatello con gli Arigoni sopra il monte Ochono e dopo l’uccisione dei custodi, diedero quel monte in potere dei Visconti, che poi vi fabbricò una bastia e pose un castellano”…
Il monte Ochono è molto probabilmente la prominenza quasi inaccessibile chiamata l’Oca che si erge sullo spartiacque tra l’Imagna e la San Martino, distante un centinaio di metri dal Pertùs. Il castello più antico era certamente quello sul monte Ubione, costruito nel X secolo, che al tempo di Barnabò Visconti rappresentava un’importante fortificazione ghibellina. C’erano poi il castello di Casa Eminente e quello di Clanezzo. Quando la signoria di Bergamo passò dai Visconti alla Serenissima, che favoriva apertamente i guelfi, per i ghibellini cominciò la disfatta che culminò nel 1443 con il bando dato agli abitanti ghibellini della Val Brembilla e la distruzione delle fortezze principali della valle. Dalla Repubblica veneta la Valle Imagna ebbe un trattamento di favore, come riferisce il Calvi:
«I Valdimagnini per la loro integrità della fede e fedeltà alla Repubblica, difendendola contro il Duca di Milano, furono dal Doge con privilegi, grazie e favori arricchiti et onorati.»
(Effemeridi di Padre Donato Calvi)

Ai veneziani subentrò, nel 1797, la Repubblica Cisalpina, subito sostituita però dagli austriaci, che la inserirono nel Regno Lombardo-Veneto. Con l’unità d’Italia avvenne un primo ma deciso processo di industrializzazione, che permise un notevole miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti.

Terra di Arte, Natura, Sport e Benessere
A pochi Km. da Bergamo e un’ora da Milano, la Valle Imagna è la tua oasi rigenerante!
Immersa in un contesto naturalistico ancora quasi incontaminato, la Valle Imagna è un territorio circondato dal verde dei prati e dei boschi, nell’area prealpina delle Orobie Bergamasche. Qui il paesaggio naturale è piuttosto variegato e passa dalle dolci colline degli Almenno alle cime più aspre del Resegone. Meta ideale per gli amanti della natura e dello sport senza dimenticare le numerose testimonianze artistiche, culturali e di architettura rurale. Luoghi suggestivi ed inaspettati dalle origini antichissime, bellezze artistiche ed architettoniche, luoghi della spiritualità che meritano di essere visitati e conosciuti.
La Valle Imagna è un’ottima meta per chi ama fare tranquille passeggiate a piedi, escursioni più impegnative in montagna oppure escursioni in mountain bike; per chi ama il contatto con gli animali, è possibile organizzare passeggiate a cavallo e trekking con i lama sui sentieri della Valle Imagna. Per chi ama il buon cibo, non mancano le occasioni di degustare prodotti tipici e piatti della tradizione locale bergamasca nei numerosi ristoranti o presso le aziende agricole dove potrete conoscere ed apprezzare antichi sapori.

TERRITORIO
Alle Porte della Valle Imagna si trovano gli antichi paesi di Almenno San Bartolomeo, Almenno San Salvatore e Clanezzo.
Ad Almenno San Salvatore possiamo visitare la Chiesa della Madonna del Castello, situata vicino al fiume Brembo e risalente con tutta probabilità all’epoca longobarda. Si pensa che la porta d’ingresso alla cripta risalga addirittura al 1130 circa. Testimonianze dell’età romanica anche nella Chiesa di San Giorgio con affreschi di sei secoli di storia, con le pitture murali più antiche della bergamasca. Sorta verso il 1150, è la più vasta costruzione in stile romanico dopo la Basilica di Santa Maria Maggiore. Il Convento di San Nicola del ‘400, conserva pitture che vanno dalla fine del ‘4’’ al ‘700.

Almenno San Salvatore – Madonna del Castello
Almenno San Salvatore – Chiesa di San Giorgio

Ad Almenno San Bartolomeo la Rotonda di San Tomè, elegante chiesetta romanica a pianta circolare, costruita forse nel sec. XI .

Almenno San Bartolomeo – Chiesa di San Tomè

Sopra Almenno si trova il comune di Roncola località turistica a circa 900 mt. di altitudine. Ancora più su la cima dell’Albenza sui 1350 mt. e il Passo di Valcava 1250 mt. la cui frazione è oggi quasi spopolata. Dalla Roncola si gode un magnifico panorama su tutta la Pianura Padana.
Oltrepassato Clanezzo che ha un contesto paesaggistico medievale con l’antico castello oltre ad avere una passerella in legno e cavi di ferro, che congiunge le due sponde del Brembo. troviamo (proseguendo sulla Strada Statale per la Valle Imagna) i comuni di Strozza e Capizzone e successivamente la strada che sale fin su a Costa Imagna (1014 mt.), stazione turistica che ancora oggi conserva le tracce delle tradizionali abitazioni “stal” abitazioni con stalla annessa e fienile con ampio cortile.

Strozza, fraz. Amagno – Museo Valdimagnino

Da Costa Imagna si hanno varie possibilità di fare camminate, al Passo Valcava, al Monte Tesoro, all’Albenza, al Pertus, alla Grotta del Santuario della Cornabusa. Scendendo si supera Bedulita per poi risalire per Berbenno (750 mt.) uno dei centri più popolosi della Valle. Questa è una zona molto ricca di fossili, sono inoltre stati effettuati ritrovamenti archeologici molto interessanti nella grotta del Bus del Cunì, sono stati trovati resti umani e monili risalenti all’età del bronzo di circa 5000 anni fa.

Clanezzo – Il ponte sospeso
Valcava – Pertus

A Berbenno, su una collina a circa 1000 mt. si trova la chiesa più antica della Valle Imagna, costruita nel XIV° Sec. e dedicata a San Pietro. Si possono ancora vedere alcuni nuclei di insediamenti che hanno conservato inalterate le caratteristiche delle costruzioni originarie della Valle: “Prato del Sole” e “Caprevitali”.

Berbenno – Chiesa di San Pietro

Riportandoci sulla strada principale, oltrepassiamo Ponte Giurino e Selino Basso imbocchiamo la strada che conduce a Corna Imagna, Locatello e Fuipiano (1019 mt.) detto “il tetto della Valle Imagna” perchè è l’ultimo paese della valle. Qui troviamo un’importantissima frazione storica l’Arnosto antico borgo che conserva le originarie costruzioni valdimagnine. L’Arnosto è considerata uno dei più significativi esempi di insediamenti spontanei della Provincia di Bergamo. E’ costituita da due brevi schiere di case che si affacciano su una mulattiera, vi è anche una chiesetta inserita nel gruppo di case. Ad Arnosto è possibile visitare la chiesetta del 1605.

Fuipiano – Arnosto, antico borgo

Il comune di Corna Imagna (750 mt) caratterizzato da diverse frazioni, conserva numerosi dipinti e santelle sui muri che hanno secoli di storia. Nelle molti frazioni si possono ammirare antichi rustici con tetti caratteristici, balconcini e inferriate in ferro battuto, infatti Corna nei tempi antichi eccelleva nella lavorazione del ferro.
Locatello (557 mt.). Nel paese è presente un notevole numero di affreschi del ‘400 e del ‘500 di grande valore storico e artistico. La Chiesa di S.S. Maria Assunta del secolo scorso conserva alcuni dipinti del 1500.

Locatello – Santa Maria Assunta

Sull’altro versante della Valle troviamo il comune di Rota Imagna (700 mt.) caratterizzato da Rota Dentro e Rota Fuori.
A Rota Dentro la Chiesa di San Gottardo eretta nel 1496. A Rota Fuori la Chiesa Parrocchiale di San Siro terminata nel 1765 che sorge su una collinetta dominante la valle. Il pezzo più antico ritrovato è una piccola scultura di S. Anna e della Vergine risalente al 1300-1400.

Rota Imagna – Chiesa di San Siro
Rota Imagna – Chiesa di San Gottardo

Nella contrada Cà Piatone sorge la Casa Natale di Giacomo Quarenghi uno dei più grandi architetti neoclassici europei. Costruita nel 1600, conserva ancora le linee architettoniche primitive, all’interno, di interesse storico la sala che conserva dipinti e decorazioni e uno splendido camino.

Contrada Cà Piatone a Rota Imagna – Casa Natale di Giacomo Quarenghi

A Rota d’Imagna, sono stati fatti importanti ritrovamenti archeologici nella Tomba dei Polacchi, dell’età del bronzo, in mostra al Museo di Bergamo.

Rota Imagna – Tomba dei Polacchi

Tra le passeggiate di Rota Imagna la salita al Resegone, montagna che domina il lago di Lecco. La passeggiata alla grotta dei polacchi, alle fonti di Sant’Omobono, al Santuario della Cornabusa e al Pertus.
Il Gruppo del Resegone (m. 1875) si eleva all’estremità nord-ovest della Valle Imagna. Geograficamente è sul territorio di Lecco e fa da spartiacque fra la Valle Imagna, Lecco e Morterone. E’ costituito da roccia di tipo calcareo-dolomitico ed è di origine marina. E’ emerso dalle acque circa 100 anni fa, probabilmente nei pressi di Valtorta, scivolato poi lentamente fino ad assestarsi nella sua attuale posizione.
Dalla sua cima, nelle giornate limpide si può ammirare uno splendido panorama: la Pianura Padana, Lecco, la Brianza e in lontananza le Alpi, il Monte Rosa e il Cervino.

Monte Resegone – Rifugio Azzoni

Immerso nel verde, alle falde del Resegone, sorge Brumano, (913 mt.) paesino che conserva ancora oggi le caratteristiche originarie. Della fine del 1800 è la Chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, che conserva al suo interno un altare di scuola fantoniana e una preziosa pittura della Madonna col bambino. Da Brumano, passeggiate al Resegone, al Passo del Pallio (1362 mt.), al Monte Serrada (1875 mt.).

Brumano – Chiesa parrocchiale di San Bartolomeo,

Sull’altro versante della Valle Imagna, situata in un’ampia conca sorge Valsecca (630 mt.) che conserva ancora l’antica gendarmeria veneta. Nella Chiesa parrocchiale dedicata a San Marco Evangelista che risale alla fine del ‘400, troviamo opere del Ceresa e del Quarenghi. Nella cappella è conservato un antico crocifisso del ‘600 di Frà Giovanni da Reggio. Questo è un luogo di preghiera molto sentito dai valdimagnini.

Valsecca – Santo Crocefisso nella Chiesa di San Marco
Valsecca -Chiesa di San Marco

La strada prosegue e si collega a quella che scende da Costa Imagna e raggiunge Sant’Omobono Terme, il centro più importante della Valle (450 mt.) formato dalle frazioni di Cepino, Selino Basso e Selino Alto, Mazzoleni. Famose sono le sue fonti con la sorgente principale della Bettola. A partire dal termine del XVIII secolo il territorio cominciò a ritagliarsi una certa notorietà grazie alla presenza di acque sulfuree molto pregiate, le cui doti sono enunciate anche negli scritti di Giovanni Maironi da Ponte. Queste vennero classificate, a metà del XIX secolo, come tra le migliori conosciute sul territorio italiano.

SANT’OMOBONO TERME, il CAPOLUOGO
Sant’Omobono Terme (fino al 2004 Sant’Omobono Imagna, Sant’ Imbù ‘al d’ Emagna in bergamasco) è un comune italiano di 3 897 abitanti della provincia di Bergamo in Lombardia. È sede della Comunità Montana Valle Imagna.
Toponimo
Il toponimo trova origine dal santo patrono della frazione di Mazzoleni, che compone il comune unitamente a Cepino, Selino Alto e Selino Basso.
Il comune di Sant’Omobono Imagna venne costituito nel 1927 con l’aggregazione dei comuni di Mazzoleni e Falghera, Cepino e Selino. È stato istituito ex novo dalla fusione dei preesistenti comuni di Sant’Omobono Terme e Valsecca in base alla legge regionale 2 del 30 gennaio 2014. Quest’ultima è stata promulgata in seguito a un referendum consultivo in cui l’84,3% dei votanti si era espresso favorevolmente alla costituzione del nuovo ente. Inoltre in merito ad una legge regionale dell’agosto 2004 il nome fu cambiato da Sant’Omobono Imagna a Sant’Omobono Terme.

Monumenti e luoghi d’interesse
Molto interessante è la villa delle Ortensie, posta a fianco delle terme. Risalente al XIX secolo, presenta linee molto raffinate ed eleganti.

S.Omobono Terme – Villa delle Ortensie

In ambito religioso meritano menzione le chiese dei quattro paesi che compongono il territorio comunale. Quella di Mazzoleni, intitolata a Sant’Omobono, presenta un aspetto maestoso con linee settecentesche.

Chiesa di Mazzoleni – S.Omobono Terme

Risalente alla seconda metà del XIX secolo, custodisce opere di buon pregio; la chiesa parrocchiale di Cepino, intitolata a San Bernardino, venne edificata nel XVI – XVII secolo con una struttura ad una navata in luogo di un precedente edificio di culto. Al suo interno si trovano opere di Gaetano Peverada.

Chiesa Parrocchiale di Cepino San Bernardino

L’edificio di maggior richiamo a Valsecca è indubbiamente la chiesa parrocchiale di San Marco evangelista. Edificata nel corso del XV secolo, ma soggetta a successivi ampliamenti (XVIII secolo) e ristrutturazioni (XX secolo), presenta al proprio interno dipinti di buon pregio, ma soprattutto un crocefisso in legno opera di frà Giovanni da Reggio.

Chiesa di San Marco a Valsecca

A Selino Alto si trova invece la chiesa parrocchiale di San Giacomo che, edificata nel XVIII secolo con uno stile neoclassico, presenta sculture di scuola fantoniana e dipinti di Francesco Quarenghi.

Chiesa di Selino Alto – San Giacomo

In ultimo la chiesa di Santa Maria Immacolata che, posta nella frazione di Selino basso, venne edificata nel XX secolo.

Chiesa di Selino Basso – Santa Maria Immacolata

Tuttavia l’edificio di maggior richiamo a livello religioso è indubbiamente il santuario della Cornabusa. Molto frequentato non solo dalla gente di tutta la valle, è una chiesa completamente ricavata nella roccia, elemento che la rende unica nel suo genere.

Santuario della Cornabusa a Santo Omobono Terme

“… E’ il Santuario più bello che esista, perchè non l’ha fatto la mano dell’uomo, ma Dio stesso”. Così diceva Angelo Giuseppe Roncalli, devoto alla Madonna della Cornabusa e divenuto Papa Giovanni XXIII. Il Santuario si trova a Sant’Omobono Terme, in frazione Cepino, incastonato a mezza costa sul versante destro della Valle Imagna. Venne costruito nel corso dei secoli a partire dal ‘500, fino al 1958 era raggiungibile solo a piedi percorrendo l’antica mulattiera che da Cà Contaglio conduce fino alla grotta, oggi è raggiungibile in auto o a piedi percorrendo un sentiero da Cepino da cui nel passato, erano soliti salire a piedi nudi i pellegrini in preghiera e penitenza e lungo il quale si incontrano sette cappelle dedicate ai Dolori di Maria.

Altri sentieri raggiungono il Santuario da Costa Imagna, Mazzoleni e Bedulita. Sul fondo della grotta sgorga dalla roccia una sorgente d’acqua, dove si trova la nicchia illuminata a giorno entro cui è riposta una statua lignea di Maria Addolorata, meta continua di fedeli e pellegrini. La statuetta, conservata intatta nel corso del tempo fu portata nella grotta da una donna nel 1350 la quale cercava rifugio dalle lotte tra guelfi e ghibellini. Una volta terminati gli scontri, questa appunto, lasciò sul luogo una statuetta della Madonna, ritrovata qualche tempo più tardi da una giovane sordomuta di Bedulita che riacquistò l’udito e la parola. Il museo del Santuario raccoglie antiche tavolette ex-voto in stile popolare ed alcuni oggetti liturgici di particolare valore artistico e storico. Accanto al museo sono visitabili le stanze utilizzate da Angelo Roncalli durante i suoi soggiorni al santuario, in particolare nell’agosto del 1956 per il cinquantesimo di ordinazione sacerdotale. Locali semplici, arredati ancora come allora, che custodiscono la memoria di papa Giovanni XXIII, le cui radici affondano in questa Valle, come lui stesso ricorda in un passo del giornale dell’anima.

La seconda domenica di settembre, ogni anno, viene celebrata la ricorrenza della festa della Madonna della Cornabusa con una suggestiva fiaccolata. Particolarmente caro ai Valdimagnini, Il Santuario è oggi metà di molti pellegrinaggi, alla Madonna del Santuario vengono attribuiti molti miracoli.

Santuario della Cornabusa a Santo Omobono Terme
Santuario della Cornabusa a Santo Omobono Terme

Il ‘Laghetto dei Cigni’ per la pesca sportiva a S. Omobono Terme è aperto tutto l’anno, il giovedì mattina e durante il week-end, sia il sabato che la domenica; è gestito dall’Associazione di Pesca sportiva dilettantistica Valle Imagna, associazione che nasce da una profonda e sentita passione per la pesca in tutte le sue forme, con la finalità di sviluppare l’insegnamento delle tecniche di pesca sportiva e con lo scopo di condividere sentimenti, emozioni ed esperienze che solo i pescatori sportivi possono provare.

Il laghetto dei cigni a S.Omobono Terme

Presso il “”Laghetto dei Cigni”” – punto di partenza per numerose gare e competizioni che si tengono anche presso i campi di gara del vicino torrente Imagna – è stata creata una “”Scuola di Pesca”” e si svolge un’intensa attività didattica per trasmettere gli insegnamenti della pesca sportiva in tutte le sue forme e modi.

Il ponte di Sant’ Omobono Terme (BG) realizzato interamente in acciaio è stato trattato con le tecniche di zincatura e verniciatura. Quest’opera architettonica trova la sua collocazione all’interno del progetto di valorizzazione del torrente Imagna e ai fini della promozione di un modello di mobilità sostenibile alternativo al trasporto privato su gomma. Il ponte di Sant’Omobono Terme (BG) unisce i due rami della strada ciclo-pedonale che collega le 5 frazioni di Sant’Omobono Terme.

Il ponte in acciaio a S. Omobono Terme

Il ponte è stato protetto con SISTEMA TRIPLEX: il sistema protettivo, tarato per ambiente urbano con basso inquinamento, in classe di corrosività C3 secondo UNI EN ISO; questo consentirà di fruire del ponte senza manutenzioni straordinarie per oltre 80 anni. La vernice sarà l’unico elemento che necessiterà di regolari manutenzioni ad intervalli di circa 15 anni.

Popolazione residente al 31 dicembre
2019 – 3.878 / 2018 – 3.878
2017 – 3.940 / 2016 – 3.942
2015 – 3.918 / 2014 – 3.953
2013 – 3.981 / 2012 – 3.878
2011 – 3.882 / 2010 – 3.996
NUMERI UTILI
Comunità Montana VALLE IMAGNA
Viale Vittorio Veneto, 90 – Tel. 035851382
Metano Nord
Viale Vittorio Veneto, 23B – Tel. 035852244
Guardia Medica e ASL
Via dott. Gianantonio Vanoncini, 20
Tel. 035851052

Grotte della Valle Imagna
La Valle Imagna custodisce un mondo sotterraneo di incredibile bellezza. Grazie alla permeabilità del suolo, l’acqua ha modellato nel tempo la roccia creando magnifiche grotte sotterranee. Questo territorio presenta il più alto numero di grotte e cavità di tutta la provincia di Bergamo. Le cavità differiscono tra loro per bellezza, ricchezza dei fenomeni di concrezionamento, ritrovamenti paleontologici-archeologici e rare specie di fauna cavernicola. Ad oggi si contano circa 250 grotte conosciute, di cui circa 110 catastate e 140 conosciute, a cui si aggiungono altre che nessuno ha mai scoperto ed esplorato. Le grotte che caratterizzano la Valle Imagna, fanno parte dell’era del triassico e si possono dividere in 3 gruppi principali: La dolomia principale, Il calcare di Zu, Le argilliti di Riva di Solto.

La dolomia principale è una roccia di colore chiaro compatta e resistente. Il calcare di Zu è composto da rocce nerastre, poco resistenti e stratificate. Le argilliti di Riva di Solto sono di colore nero e poco resistenti. Le zone dove si concentrano maggiormente i fenomeni carsici sono: l’area tra Costa Valle Imagna e il pianoro del piazzo, la corna camozzera e Rota d’Imagna.
Con il supporto del Gruppo Speleologico Valle Imagna è possibile visitare le principali grotte valdimagnine tra cui: la grotta Tomba dei Polacchi a Rota Imagna, in cui sono stati rinvenuti oggetti in metallo, osso e ceramica dell’Età del Bronzo oggi conservati al Museo Archeologico di Bergamo, la grotta Europa a Bedulita, scoperta casualmente nel 1986, con la sua enorme sala del diametro di 40 metri, ricca di stalattiti, stalagmiti, drappeggi, al cui centro si trova una cascata e la grotta Val d’Adda, a Cepino, frazione di S. Omobono Terme, grotta sorgente le cui pareti sono state completamente modellate dalle acque correnti.

Itinerario delle figure di pietra a Brumano
I boschi di Brumano non sono solo un suggestivo fondale alle opere scultoree di Carlo Vitari, ma ne costituiscono parte integrante. Il maestro col suo fare arte svincolato e libero dalla codificata formazione accademica, ha scelto di scolpire blocchi di pietra locale concretizzando un tuttuno tra la materia dell’opera, lo spazio, il tempo e il nuclo concettuale. Ha collocato le steli lungo un percorso che, attraverso la visione delle bellezze naturalistiche della Valle Imagna, conduce l’osservatore alla scoperta del senso di immagini altrimenti arcane.
Le opere del Maestro sono caratterizzate da essenzialità prive di elementi decorativi, questo contribuisce ad integrarle nell’ambiente locale senza creare forte distacco tra la natura e l’arte. Prive di qualsiasi appariscenza, propongono citazioni iconografiche di gusto popolare e rielaborazioni personali, i bassorilievi si trovano quasi tutti nel medesimo luogo dove furono pensati e scolpiti, sono una piccola parte sono stati spostati per salvarle dalla distruzione. Per conoscere le opere tutte all’aperto e sempre visibili, ripercorriamo idealmente l’itinerario seguito dai viaggiatori che salivano a Brumano da Rota, lungo l’antica mulattiera. Per comodità l’itinerario può essere esplorato partendo anche dal centro del paese.

Brumano – opere scultoree di Carlo Vitari

Valle del Brunone
Sito di rilevanza mondiale dichiarato monumento naturale nel 2001 dalla Regione Lombardia e interessato dalla presenza di antiche fonti sulfuree e da giacimenti paleontologici, La Valle del Brunone è situata all’interno del comune di Berbenno, poco distante dall’abitato di Ponte Giurino.
Quest’area, poco antropizzata, si sviluppa lungo il corso del torrente Brunone, è attraversata da numerose strade poderali che conducono a cascinali isolati ed è caratterizzata in prevalenza da boschi che si alternano a piccole praterie. L’area protetta risulta quasi interamente ricoperta da boschi misti di latifoglie; in essi prevalgono specie quali il faggio, il frassino maggiore, la betulla, il carpino bianco, l’ontano nero, l’acero montano, la roverella e il castagno. Inoltre anche presenze di noce, di ciliegio e di alcuni pini, tra i quali il pino strobo e il pino nero.

Pontegiurino – Valle del Brunone

L’area presenta importantissimi strati fossiliferi risalenti al Triassico Superiore (215 milioni di anni fa). Si tratta di una ricca fauna fossile comprendente rettili, pesci, crostacei, molluschi e persino insetti. La specie simbolo è lo spettacolare esemplare di libellula fossile italophlebia Gervasuttii esposto nelle sale del museo di Scienze Naturali “E.Caffi” di Bergamo. Dal 1973 gli studiosi e i collaboratori del Museo Civico di Scienze Naturali di Bergamo “E. Caffi” raccolgono e preparano i reperti fossili rinvenuti nelle rocce del monumento naturale. A tutt’oggi è possibile osservare i reperti più rappresentativi nella sala d’esposizione “Bergamo 220 milioni di anni fa” tra cui citiamo l’Eudimorphodon ranzii, un raro esemplare di rettile volante, e l’Italophlebia gervasutii, lo spettacolare esemplare completo di libellula fossile simbolo del monumento naturale. L’area presenta anche antiche fonti sulfuree, acque dal caratteristico odore di zolfo estremamente benefiche per la salute; visibile inoltre l’evoluzione del territorio dovuta a fattori quali l’erosione torrentizia (forre, piccoli meandri, piccole cascate, ecc..); l’erosione atmosferica (smottamenti, piccole frane …) e la deposizione di nuove litologie (travertino di neoformazione o tùff). L’intera area è accessibile ma protetta, Per accedere al Monumento Naturale si può usufruire dell’entrata principale dal campo sportivo di Ponte Giurino, dei sentieri che passano dal centro abitato di Cà Berardi, dalla villa Baracchi e Bel Coster dal centro abitato di Carpeno, situato sulla strada provinciale che porta a Berbenno ed infine dalla cascina Pradegoldi e da Prato del Sole, all’estremità Nord della Valle.

Cicloturismo
La Valle Imagna, meta ideale per appassionati di sport ed escursionismo. Per gli amanti delle escursioni in mountain bike, dal 2015 è attivo MTB Valle Imagna, nato come punto di riferimento per gli amanti delle due ruote, progetto per la costruzione e promozione di un offerta turistica più completa e coordinata nell’ambito delle attività sportive praticabili nelle Orobie Bergamasche. Ad oggi sono stati tracciati 10 itinerari da percorrere in mountain bike di vari livelli di difficoltà: dai più semplici percorribili anche in e-bike ai più impegnativi per i bikers più sportivi. Gli itinerari formano un reticolo lungo tutta la Valle Imagna, sviluppandosi dall’alta valle passando per gli Almenno fino all’inizio della Valle Brembana. Sul territorio della Valle Imagna, è attivo il servizio di Bike Hotels, un gruppo di 6 strutture alberghiere si sono attrezzate per accogliere i cicloturisti, mettendo a loro disposizione servizi e assistenza specializzati per bikers e ciclisti. Ricovero sicuro per le bici, possibilità di lavaggio bici, fornitura kit di attrezzi per riparazioni, angolo informativo con libri, mappe, cartine e riviste, menù per bikers, guide in mtb. Per maggiori informazioni visita il sito www.mtbvalleimagna.it
Fonti: turismovalleimagna.it

Veduta della Valle Imagna

VALLE IMAGNA: PROGETTO PASTI A DOMICILIO
E’ partito il 3 maggio e proseguirà fino al termine dell’anno in via sperimentale il servizio di consegna pasti a domicilio per le persone bisognose e anziane, promosso dal Gruppo Volontari Assistenza Domiciliare Valle Imagna insieme alle Associazioni di volontariato del territorio e alle Istituzioni della Valle: una quarantina i cittadini che hanno aderito al progetto, dislocati nei vari Comuni della Valle e vedrà la collaborazione di ben 20 volontari che a turno portano direttamente nelle case i pasti con due automezzi del Gruppo. Prezioso invece è l’aiuto dei ragazzi del servizio territoriale disabili stare in valle gestito dalla cooperativa “Lavorare Insieme” che a piedi portano i pasti nella frazione di Selino Basso.

Alcuni volontari

Come funziona il servizio pasti a domicilio?
Da lunedì a venerdì (venerdì pasto doppio) viene trasportato in appositi contenitori un menu a scelta composto da primo, secondo, contorno, pane, frutto acqua al prezzo di 6 euro.
Come aderire al progetto? Fare richiesta presso la sede del gruppo in Via Vanoncini,1 a Sant’Omobono Terme nei giorni di martedì dalle ore 14 /17 e il giovedì dalle ore 9/12 ….14/17 oppure telefonando sempre nei stessi giorni al 035.852918.“È un’iniziativa molto bella e molto ambiziosa – spiega Catia Locatelli, assessore ai Servizi Sociali di Sant’Omobono Terme.

  • Noi come Comune abbiamo dato la nostra disponibilità a divulgare e raccogliere le adesioni promuovendo il progetto. Secondo me la bellezza di questo progetto sta proprio nel vedere qualcuno che organizza qualcosa per i nostri anziani. Un servizio del genere fa sì che i volontari possano anche sorvegliare e vigilare su di loro. E portare, magari, anche un po’ di serenità”.

Dai primi riscontri, dichiara Damiano Frosio coordinatore del progetto, è emersa grande soddisfazione da parte dei volontari e degli utenti per la qualità e l’utilità del servizio. Sottolinea comunque la richiesta di avere nuovi volontari per far fronte a tutte le attività che il Gruppo opera nei settori di trasporto sociale e assistenza domiciliare.

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