È passato un anno e la Piazza Santa Maria a Montichiari si presenta ancora così: vuota, silenziosa, triste, cupa. Rispecchia il nostro umore, perché ci avevamo creduto davvero che tutto si risolvesse in breve tempo, invece è come se il tempo si fosse fermato a marzo 2020. Il Duomo e il Castello, imponenti, sovrastano un elegante salotto a cielo aperto, di solito animato da molte persone di ogni età: di giorno per incontrarsi facendo acquisti nei negozi, per la colazione e l’aperitivo nei locali, al mercato; sul sagrato del Duomo la domenica prima e dopo le Messe; la sera, soprattutto d’estate, per assistere a spettacoli di intrattenimento o semplicemente per ritrovarsi tra amici a farsi una chiacchierata, qualche pettegolezzo di paese gustando un gelato. Punto di riferimento, simbolo di appartenenza alla comunità per tutti noi monteclarensi. È desolante e deprimente essere ancora prigionieri nelle nostre case, con le stesse paure, la stessa incertezza e non certo solo per colpa nostra come continuamente ci si sente accusare!!
Ci sono sì alcuni che non rispettano le regole, ma le responsabilità sono anche altre, a livello governativo e non di poco conto: ritardi, incompetenze, protocolli sanitari che si sono rivelati sbagliati e pericolosi, chiusure insensate, mal organizzate e che stanno distruggendo la nostra economia, magna-magna a vari livelli e in vari settori, interessi di case farmaceutiche che ovviamente sono più economici che sanitari….
Un lungo elenco di problematiche, di responsabili che anche davanti a errori e ritardi evidenti, giocano a vergognosi scaricabarile, con una faccia da schiaffi indescrivibile. Intanto la vita se per molti è “solo” rallentata e limitata, per molti altri si è proprio fermata: chi non c’è più, chi è rimasto e rimarrà senza lavoro, senza dignità; bambini e ragazzi a cui per troppo tempo viene rubata la parte migliore della loro vita e il diritto ad un’idonea istruzione; anziani soli e depressi, senza neppure la possibilità di vedere e abbracciare i loro cari. Il silenzio che, più assordante di sera, aleggia nelle vie del centro città e nella Piazza è un pugno nello stomaco, è una sensazione di impotenza che fa male, rabbia, dispiacere, che fa sognare con impazienza un domani in cui poter tornare a vivere nella normalità.
Siamo stanchi e sfiduciati; siamo in balìa di un virus maledetto e di una confusione di soluzioni insufficienti e contraddittorie che peggiorano la situazione già pesante!! Vogliamo tornare presto in Piazza a chiacchierare in compagnia, a far festa, a sentirci semplicemente “vivi” come prima.
Ornella Olfi