Quando la sera sono stanca e non riesco né a leggere né a scrivere, ho un asso nella manica: le Ted Talks. Vago tra i titoli finché non ne trovo uno che mi ispira, poi mi metto comoda e ascolto. Anzi, dato, il mio pessimo inglese, leggo i sottotitoli mentre ascolto. Mi è tornato in mente il mio primo rimpianto. Avrò avuto cinque o sei anni. Un giorno, non ricordo assolutamente perché, presi una biro e scarabocchiai il volto di una bambola. Pensavo che gli scarabocchi sarebbero andati via, e invece non fu così. Piansi. Avrei voluto tornare indietro, riavere la mia bambola di prima. Impossibile. Il danno era fatto, incancellabile.Avevo fatto la mia prima esperienza consapevole di irreversibilità. Me la ricordo ancora adesso. Nella vita attraversiamo tante esperienze in cui il senso di irreversibilità ci provoca dolore, rabbia, disperazione. Eppure, sono quelle che danno forma alla nostra vita.
I segni non si cancellano. Possiamo solo provare a integrarli in un disegno, in una forma.
Non quella che avremmo voluto, ma quella che c’è, possibile.Ho imparato ad amare la realtà.
E la trovo più ricca e sorprendente dei sogni.
sguardiepercorsi