“Io dormo, ma il mio cuore veglia”
(Cantico dei Cantici)
Quando ad andarsene è una sessantenne piena di vita e di energia, è difficile, se non impossibile, farsene una ragione. Se poi la morte sopravviene improvvisa e in ospedale, in circostanze sospette che forse solo l’autopsia chiarirà, è ancora più inaccettabile e spiazzante. Mio marito ed io avevamo conosciuto Marilena parecchi anni fa, quando il sabato sera venivano organizzate serate di ballo nella palestra di Visano: lei, come del resto il marito Claudio, era una donna sempre sorridente, con la quale era spontaneo fare amicizia. Ballerini molto bravi, si esibivano durante le sagre estive della provincia, con altre coppie della loro scuola di ballo Magic Dance. Eppure durante il resto dell’anno non ostentavano la loro bravura, anzi, erano due persone semplici e simpatiche. Donna solare, amante della buona musica, del canto, della compagnia, Marilena ha lasciato un enorme vuoto innanzitutto nel marito, in tutti i suoi familiari, tra cui il piccolissimo nipotino e nei moltissimi amici. Non ci sono parole per questi dolori, solo l’affetto silenzioso di tante persone che le hanno voluto bene.
Ornella Olfi