ANDREA
“E tu, sei religiosa?” chiese lui.
“No, non molto. Mi accontento di sposarti in comune, se vuoi. Però per me” e diventò improvvisamente dura “l’inferno ci deve essere. Quelli che hanno sbagliato vanno perdonati, ma quelli che fanno del male ai bambini, no!” Andrea rimase stupito di questo suo atteggiamento.
“Odi qualcuno?” le chiese.
“Sì. Però non mi sento di parlarne. E poi in fondo è solo un brutto, bruttissimo ricordo d’infanzia” disse con un sospiro. Ma lui ormai era coinvolto in questo racconto, e voleva saperne di più.
“Sei stata abusata?” chiese “Da un parente?”
“No!” poi decise di raccontare “Avevo 3 o 4 anni, mi trovavo in un campo. All’improvviso mi scappa la cacca, la faccio, poi mentre cerco qualcosa per pulirmi, salta fuori questo brutto orco. E’ stata un’esperienza che non augurerei al mio peggior nemico, si fa per dire.” La voce le si spezzò, poi si riprese “Così ora sai perché sono una matta” e cercò di fare una risatina. – “Hai mai pensato di andare da uno psicologo?” chiese lui.
“Eccome! Ma i miei genitori non hanno mai voluto, e non solo per i soldi, ma anche per quello che avrebbe detto la gente” ricordò Paola.
“Se vuoi mi informo se c’è uno psicologo nella zona, che ti può aiutare, o forse preferiresti una psicologa “ lei fece un cenno affermativo” Allora siamo d’accordo. Mi informo e ti faccio sapere” concluse Andrea. – “Ciao, amore” disse lei baciandolo “Non essere triste per tuo zio, che sicuramente sarà in paradiso” “Anche tu, non pensare cose tristi. Ciao, bella!” e si separarono.
Il giorno dopo, come faceva ogni settimana, Paola si recò dal giornalaio ad acquistare una rivista con i programmi della televisione. Era l’unica che la guardava spesso, perché le altre due avevano troppo da studiare. Tornata a casa, trovò Antonietta che era tornata dall’università, dove aveva appena superato un esame.
“Allora, com’è andato?” chiese Paola.
“Benissimo! Ho preso 30!”
“Che brava! Allora stasera vai a festeggiare con Enrico?” (Il suo ragazzo)
“Sì, e viene anche Silvia con Lorenzo! Vieni anche tu! Porta pure Andrea!”
Antonietta era una simpatica brunetta di media statura, con gli occhiali, un po’ prosperosa ma non grassa. I suoi genitori erano siciliani ma si erano conosciuti a Bergamo, si erano sposati e quindi Antonietta era nata lì. Aveva conosciuto Enrico al liceo, e quando si era iscritta all’università i suoi non le avevano concesso di convivere con lui, lasciando però che convivesse con Silvia.
“Pure a me piacerebbe studiare” disse Paola con un sospiro “Ma non avrò mai né il tempo né i soldi! Almeno se potessi seguire qualche corso di materie pratiche…che so, per esempio un corso di cucito, o di cucina, o di puericultura…ma ormai, senza la mia bambina, a che serve?” concluse sconsolatamente.
“All’oratorio tengono dei corsi del genere” la informò Antonietta.
“Grazie di avermelo detto!” disse Paola ”Mi informerò”
Il giorno dopo ne parlò con la signora Aniello.
“Mi sembra un’ottima idea” commentò Fiorenza “Se poi tu dici che sei già un po’ capace di usare la macchina per cucire, un corso di cucito andrebbe senz’altro bene”
Intanto Silvia le aveva dato l’indirizzo e il numero di telefono di una psicologa di Bergamo, e insieme fissarono un appuntamento. Il giorno dopo si rividero, e Paola scambiò con Andrea e Silvia le prime impressioni. “Prima di tutto si è presentata: si chiama dottoressa Bonacina ma posso chiamarla Monica, ha studiato a Padova con il professor G. (uno famoso che ha scritto anche dei libri – mi sono già informata alla biblioteca per prenderne in prestito uno) e segue un metodo che si chiama EMDR o EMRD non ho capito bene, insomma ti ipnotizza per trasformare i ricordi brutti in cose che si possono ricordare senza soffrire troppo. Ti insegna anche a valorizzare la tua componente bambina in modo che resti soddisfatta e non ti dia più problemi” – “Mi sembra che tu ti sia trovata bene! Meno male! Sai, ero un po’ preoccupata per te…”disse Silvia – “Ma no,” intervenne Andrea “perché preoccuparsi?” poi si rivolse a Paola:
“Sono contento che questa faccenda sia in via di risoluzione. Adesso pensiamo a sposarci”
“Sì, e io cercherò un corso di cucito.”
Intanto che Paola si informava sul corso di cucito, Andrea si era informato per “fare le carte” per il matrimonio. Paola era al colmo della felicità, quando lo disse alle sue amiche. Infine venne il grande giorno! Paola indossò un vestito color beige e Andrea un completo color carta da zucchero. Il bouquet, un semplice mazzolino di margherite, fu raccolto dopo il lancio da Antonietta, con gran gioia di Enrico. Dopo la cerimonia andarono a cena con tutti i parenti (Andrea ne aveva pochi ma c’erano anche quelli delle amiche e i signori Aniello) ed Andrea fece lui le foto per l’album. Poi Paola andò a prendere tutte le sue cose e si trasferì in casa di Andrea. Quando era stata a trovarlo, non le era sfuggito che c’erano due camere da letto. – “Questa” aveva detto lui “è per gli ospiti, oppure… chissà, un giorno forse riavrai la tua bambina!” – “Volesse il cielo!” esclamò lei. Intanto che Andrea si rivolgeva ad un bravo avvocato perché li aiutasse, Paola aveva trovato il corso di puericultura e lo seguiva molto attentamente e piena di speranza.
6 – continua