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JOE HERNEST

J. Hernest, pseudonimo di Giovanni Zumbo, nato a Cinquefrondi il 12 Settembre 1995,studia Medicina all’università di Pisa, la sua passione per la poesia nasce fin da piccolo, un poeta fin amante di filosofia e musica classica. Viaggiare è il suo modo di ampliare la mente,che sia mare o un posto tranquillo per il nostro poeta è pura arte.
Prossima meta? Andare in Tibet.
Come e quando è iniziata la tua passione per la poesia?
Alle elementari mi sono “innamorato” di una mia compagna di classe, ricordo i suoi occhi color grigio molto chiaro. Un giorno scrissi alla maestra di italiano una poesia per lei, quello è stato il mio primo contatto con la poesia.
Subito dopo la maestra mi ha consigliato di partecipare ad un concorso di poesia, successivamente dopo essere arrivato terzo “contro” ragazzi della quinta elementare.
Pertanto la prima vera poesia è stata per mia madre, subito dopo.
Che cosa occorre per diventare un poeta?
Non è una domanda facile. Qualcuno diceva che ”chiunque può scrivere poesie perché chiunque prova sentimenti”.
Per essere un poeta secondo me bisogna avere una sensibilità differente dal comune.
Pensi che sia un’epoca poeticamente interessante?
Stimolante. Stimolante perché è un periodo in cui c’è stato un lento morire della poesia come di tante arti e sono prevalse perlopiù altre tipologie di intrattenimento, come: gli spettacoli, i film, si è perso anche molto sulla lettura come i giornali cartacei ormai è tutto online.
In generale un’epoca più che buia, triste.
Allo stesso tempo prima o poi qualcuno dovrà pur sempre definirci come la storia ci insegna, riusciranno a trovare invece stimoli o comunque messaggi che noi attualmente non ci rendiamo conto di dare, per ogni epoca c’è un pensiero!
Senti che per te questa epoca sia adatta o avresti preferito vivere in un’altra?
Siamo in un epoca molto triste come dicevo, quindi no. Se mi avessi chiesto quale fosse la mia epoca preferita, si tratta del periodo tra il 1800/1900 dove non più si poteva vivere grazie a questi doni e talenti, ma c’erano come ad esempio “i poeti maledetti”, avevano un senso molto più selvaggio di vivere la poesia, molto più libero, con meno canoni, molto più vivo.
Quale ruolo ha secondo te la poesia nella società di oggi?
Prendendo me come esempio è un qualcosa che mi ha cambiato la vita, mettendola su determinati binari, in generale sono dell’idea o comunque porto avanti un concetto del “bello”, di ritrovarne il senso e quindi vorrei più che altro che la poesia fosse parte integrante di un modo per esprimersi, per ritrovare modi più diretti di dialogare con le persone ed emozionarsi. Si può anche fare poesia senza scrivere.
Qual è la tua fonte d’ispirazione?
La sofferenza. Ho un rapporto con la poesia molto “drammatico”. Vedo la poesia come una forma di liberazione, un male che sento dentro e che scrivendo esce fuori.
Progetti futuri?
Studiando medicina,vorrei aiutare le persone che soffrono. In futuro mi vedo la stessa persona che sono adesso, una persona che cambia molto ma alla fine rimane sempre la stessa.
Per concludere l’intervista regalaci due o tre versi…
Si vento se il giorno muore, se la carezza del mare porta nuovi profumi…

Fotografo: Antonio Salerno
https://www.facebook.com/antoniosalernoph/
Link del blog personale di Joe Hernest
https://www.facebook.com/JoeHernest/

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