Uno dei più intricati problemi secondo me, nel processo educativo, è trovare il giusto rapporto tra la critica e l’incoraggiamento. La critica è indispensabile, come l’amara medicina che viene somministrata in piccole dose, altrimenti diventa veleno. Distrugge incalcando nel cervello il pensiero che si è incapaci di svolgere un determinato compito. E’ nella prima infanzia, il periodo in cui si costruisce la personalità e si condiziona il futuro comportamento. Questo pensiero potrebbe scatenare conseguenze micidiali. Mi viene in mente un articolo che avevo letto nel quale si parlava di un circo nel cortile dove c’era un’enorme e fortissimo elefante, legato con una piccola catenina.
Il visitatore si meravigliava di come l’elefante rimaneva così ubbidiente, non provava neanche a liberarsi. Si spiegava questo con la bravura delle persone, che l’hanno addomesticato. Quale era il suo stupore nel sentire che l’elefante semplicemente non sapeva che poteva scatenarsi. Perchè? Semplice, appena nato è stato legato a questa catena, ha fatto mille tentativi per i primi anni della sua vita, e poi si è arreso, disperato. E’ rimasto con l’impressione che non sarebbe mai stato capace di essere libero. Adesso, ormai cresciuto e possente non prova neanche perchè convinto di non riuscire, rimarrà così per sempre legato. Invece basta un piccolo sforzo, la libertà per lui è proprio dietro l’angolo ma lui non lo sa.
E non lo saprà mai. I bambini che crescono con la convinzione di non essere bravi, capaci, saranno sempre incatenati alla propria bassa autostima, non avranno mai il coraggio di provare di nuovo e di nuovo ancora. Per loro il fallimento è la fine invece di essere un nuovo inizio. Gli errori e gli insuccessi sono come concime che rende fertile il suolo per i futuri successi.
Non meno dannoso è l’eccessivo incoraggiamento, la mancanza totale della critica. Perchè il bambino rimane convinto di essere superiore a tutti gli altri, in grado di fare ogni cosa con facilità e in modo migliore. Anche l’impossibile. E di qua manca un passo a lanciarsi dall’alto perchè convinti che come Harry Potter possiamo anche volare. I sogni a volte diventano mortali e non è vero che sempre sono la parte migliore della vita. Sono come fuoco, con loro non si deve giocare. Per carità, questo non vuol dire che dobbiamo fare a meno di sognare, anzi. Ma in modo giusto, lasciamo la realtà e la fantasia di governare, ognuna nel proprio regno.
Non permettiamo che il vento dell’immaginazione ci porti via, perchè si finisce per cadere e farsi del male. Possono volare nall’aria le foglie dell’albero, le radici però devono rimanere saldamente radicate. E per complicare ulteriormente la situazione viene il fatto che ogni individuo è un intero universo e l’approccio a ciascuno deve essere sintonizzato con le sue caratteristiche personali, perchè quello che aiuta uno di loro, per l’altro potrebbe essere inefficiente. E ricordarsi, che la formazione del carattere umano comincia dalla prima infanzia ed enorme è la responsabilità dell’educatore, perchè chi semina carattere un giorno mieterà destino.
Dara Naumova