Scende l’oscurità sull’impervio sentiero tra le montagne del Wudang che conduce al monastero, una piccola figura a quattro gambe la percorre sicura, conosce il percorso, qualche metro più indietro, un monaco con passo lento ma deciso, ha barba lunga e in mano un lungo bastone tenuto con padronanza…
Una leggera brezza primaverile ravviva la scena. Erano partiti quel mattino presto in cerca di erbe medicinali, al ritorno poi, avevano incontrato un conoscente con il quale si scambiavano dei punti di vista; l’anziano monaco era convinto che gli animali comunicano senza parlare e che invece gli umani parlano senza comunicare…
Quel mattino presto durante la meditazione, fu attratto da alcuni rumori provenienti dal cortile, affacciatosi scorse una gru e un serpente che lottavano tra loro, i movimenti armoniosi e sinuosi del serpente eludevano gli attacchi potenti e precisi della gru. Fu ispirato da questa scena e vide che la cedevolezza e la flessibilità hanno la meglio sulla forza…
Quel monaco taoista, con il suo piccolo amico cane si chiamava Chang-San-Feng che secondo la leggenda, da quella visione, creò e diede le origini all’artica arte del Taijiquan.
Mi piace sognare che cominciò tutto così migliaia di anni fa… Le origini del Taijiquan sono misteriose, rimane il fatto che durante i millenni le sue qualità benefiche sono rimaste immutate: benessere, equilibrio, armonia. Ormai questa antica arte marziale è praticata in tutto il mondo ed è patrimonio dell’Unesco considerata arte della pace.
M° Angelo Fumagalli