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“Nonno Celeste”

Azzurri gli occhi …
come un pezzo di cielo.
Dolce il sorriso sul volto sereno.
Nelle verdi colline piacentine,
pazientemente svolgeva il suo lavoro
ed accudiva, tutte le mattine,
vari animali che salutavano in coro:
muggiti, belati, grugniti e starnazzi…
sembrava un’orchestra di musici pazzi!
Scandito era il suo tempo contadino
da vari lavori per ogni stagione…
Alla sera la cena ed un bicchiere di vino
col sapore dell’uva maturata al sole.
Coi vicini, in cortile, si narravano storie
di antiche tradizioni e vecchie memorie.
Una sera d’estate…
tornava dai campi…
il volto sudato…
i passi più stanchi…
Un rosso tramonto il cielo tingeva…
la mamma, in cucina, approntava la cena.
Posando la cesta col raccolto dell’orto,
si sdraiò sul divano, il fiato un po’ corto:
“Oh Bruna, son stanco,
mi riposo un momento,
oggi è andata bene,
sono proprio contento”.
Il profumo del pane, uscito dal forno,
non lo svegliò da quel sonno senza ritorno.
Fu così che il nonno
chiuse gli occhi per sempre,
mentre mamma, sgomenta,
lo chiamò inutilmente!
Del nonno…
mi resta un ricordo lontano…
di quando, bambina,
mi prendeva la mano…
e raccontando storie di principesse e cavalieri…
insieme camminavamo, sui fioriti sentieri.
(Piera Masoch)

 

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