“È andata così”. Oggi questa frase mi risuona in testa. Avrebbe potuto andare in tanti altri modi, ma è così che è andata, questa è la direzione che la vita ha preso. Irreversibile. Lo sappiamo, e spesso questa è una semplice presa d’atto, una constatazione indolore. Ogni tanto, però, questa consapevolezza s’incarna facendoci toccare con sensibilità acuita i bordi del limite. A volte fa male, a volte è stupore, resa, ferita cicatrizzata. Comunque irreversibile. Guardo alcune porte chiuse che hanno dato forma alla mia vita. Perché l’irreversibilità dà forma. Nel bene e nel male, e non si sa mai cosa scatenerà l’uno o l’altro, o entrambi. E quella forma è la nostra opportunità nel mondo. Da vivere, come riusciamo. È andata così: non possiamo cambiare il passato, ma solo cercare di amare il nostro percorso. Lì c’è il valore, lì c’è senso.
Lì siamo noi: non le rose che avremmo potuto cogliere, ma quelle che abbiamo colto. A differenza di Gozzano, amo le rose che colsi.
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