Signor direttore, condivido pienamente quanto scritto da lei sull’editoriale del 25 gennaio: è vero che oggigiorno le notizie viaggiano veloci sui social, ma spero e mi auguro che non possano mai soppiantare completamente la carta stampata.
Quando sono chiuso in una biblioteca ed osservo le centinaia di libri disposti sugli scaffali, provo una grande emozione pensando alle straordinarie menti che le loro pagine racchiudono, prenderei ogni volume e me lo sbatterei in testa per far penetrare nella mia materia grigia (ancora così povera di cultura), il loro contenuto. Quando osservo un computer, tablet o qualsiasi altro marchingenio tecnologico (sicuramente utilissimi), non provo nulla. Queste fredde macchinette hanno una memoria estremamente volatile, le porto un banale esempio: l’anno scorso ho messo la mia piccola azienda agricola su un programma del computer, ettari coltivati, tipo di semine, concimazioni, irrigazioni ecc. ecc.
Due ore di lavoro ogni sera per molti mesi (considerando che mi alzo alle quattro ogni mattina, non è stato semplice per lo meno rimanere svegli). Una volta terminato di istruire il computer, il programma si è inceppato, l’ho portato da un tecnico informatico e mi sono sentito dire: “per riattivare il sistema devo cancellare la memoria”, le lascio immaginare la rabbia che ho provato, mesi di lavoro andati ad escort (non volevo scrivere puttane), non ho pestato la macchinetta sotto i piedi perché ho pensato alle 700 euro che avevo speso, (anche perché sicuramente queste nuove tecnologie hanno una loro utilità). Probabilmente sono io ad essere obsoleto, ho fatto le elementari sui banchetti di scuola con il calamaio incorporato, l’avvento della penna a sfera era stato accolto come una grande rivoluzione, per lo meno tornavo a casa con le mani pulite ed il grembiule non era pieno di inchiostro. Non mi considero vecchio, ma a stare al passo di tutta questa modernità mi viene l’asma, non faccio in tempo ad imparare ad usare un telefonino (adesso si chiamano smartphone), che il mese successivo c’è già in giro un modello molto più tecnologico. Vogliamo parlare della fatturazione elettronica? In gennaio abbiamo emesso 3 misere fatture, la prima settimana di febbraio sono andato 5 volte dal commercialista per tentare di inviarle elettronicamente e mi sono sempre sentito dire: “purtroppo le linee sono intasate, il sistema è in tilt”. Questi mezzi super moderni non dovrebbero semplificare la vita?
Concludo non senza farle i miei complimenti per i 25 anni che la rivista compirà in settembre, mi piace veramente molto leggerla, “ascoltare” il linguaggio genuino della gente terra terra come me, le loro storie nel bene e nel male; fardelli di vita che ognuno di noi porta dentro di sé.
Cordiali saluti.
Giordano