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“Arsure”

E come scorre il fiume tra le rocce lento e silente così consumo i miei granelli nell’ampolla.
Gli argini crollano col passar del tempo e la
sabbia annebbiando i sensi, cede polvere sul vetro
Nessuno conosce il sentiero oltre la siepe,
nessuno ciò che si cela oltre l’orizzonte.
Qualcuno…ha visto ombre sul selciato,
altri..han sentito il fiato sul costato.
Abitiamo queste case con i dubbi
e assetati risiediamo in stanze vuote
Soggiorniamo costanti in questi istanti
con la smania d’un ritorno ad ogni giorno
E’ un’esigenza intrisa dentro a un secchio di speranza come un sorso d’acqua pura
che disseta alla sua fonte dissipandone l’arsura. Viviamo scostando veli di lino al caldo agosto
e tormenti di lana sul gelido inverno.
Incrociamo giunchiglie a primavera e al tiepido sole d’autunno orniamo di foglie rossastre il cuore
Stagioni dal passo frettoloso
s’accartocciano su se stesse una dopo l’altra scivolano dentro al vuoto d’un bicchiere
lasciando i contorni appiccicati là sul fondo
con tutti i suoi colori smunti.
S’imbianca il capo e si solca il viso,
rimbalza il cuor in petto ad ogni vuoto
e perdendo il passo si fletton le ginocchia
ad ogni lustro e quando agli occhi m’appaiono presenze, ho sempre quel sapor d’amaro
e sale tra le labbra che l’anima m’incendia
e ancor m’assale.
Rosa Leone

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