Le sequenze di quei bimbi maltrattati, offesi, umiliati, percossi addirittura con i piedi sulla testa, dentro le sacre stanze di quell’asilo nido, dove tutela e garanzia dei minori sono miseri dettami andati sfrattati, sarebbe fin troppo facile definirle un’infamia, e quindi licenziarle con una sorta di malcelato linciaggio. Perché è inutile tergiversare con le parole, con equilibrio degli accenti, con la grammatica attenta, quel maestro, educatore, conduttore, altro non è che uno scarto dis-umano, peggio ancora, è una cosa disgiunta, un oggetto avariato, uno di quei numeri che non hanno più niente da dire. Risulta troppo facile far stare dentro rabbia e ira, ogni cosa che straripa, alla naturale condanna, anche a quella più istintiva e dunque meno rispettosa della dignità umana, troppo facile davvero. Seppur la responsabilità penale sia individuale, in casi come questi è bene comune non soffermarsi al codicillo, al reato, alla norma e alla legge, perché c’è certamente di più e di più corposo da non sottovalutare, come ad esempio la famosa didascalia di popperiana memoria: chi controlla il controllore? Come è possibile che un educatore professionale, non uno sprovveduto e inesperto ragazzetto alle prime armi, ma una persona adulta nella sua età e autorevolezza, accordatagli e riconosciutagli nel suo ruolo, non abbia dato segnale di fragilità etica e morale, per non parlare di una vera e propria lucida follia. Come può essere accettabile l’affermazione: ora la magistratura verificherà il tutto, stabilirà le eventuali responsabilità, capiremo come sono andate le cose? Come a dire che i filmati, i video, le registrazioni, che hanno fatto schiumare di rabbia persino i ciechi ed i muti, non sono sufficienti a provare un sentimento di pietà infinita per quei bambini vittime di un orco indecente? Quelle registrazioni così chiare e trasparenti da poter esser lette dal più colpevole dei distratti, non sarebbero materiale sufficiente per provare vergogna e anche un po’ di ribrezzo? Ritornando a quell’insegnante che bene sà quanto sia ingiusto picchiare un bimbo, perché sarà un comportamento che i bambini adotteranno a loro volta nei confronti di altri bambini e, in futuro, con altre persone, compresi i loro figli. Come può un educatore con tanta esperienza agire così diseducativamente e non comprendere che le punizioni corporali tolgono valore a qualsiasi buon esempio. Le telecamere sono state introdotte negli asili soltanto in una regione? Per ora, dunque, sbrighiamoci.
Vincenzo Andraous