Per me l’autismo non è una malattia, è un modo di essere, un’enigma, un mistero. Un po’ come la morte. Forse perchè sai, che l’altro esiste, ma non puoi comunicargli. La differenza è , che mentre il deceduto non lo vedi, l’altro è davanti ai tuoi occhi, è nello stesso tempo non c’è. Vedi il suo guscio, la corazza, ma la persona vaga lontana, negli altri mondi, negli altri tempi. Come fai a incrociare la sua strada quando ti è così vicino e nello stesso tempo anni luci lontano? Non serve solo esperienza pratica, nè conoscenza teorica. Per carità, non li voglio negare, ma non bastano. Ci vuole qualcosa altro, indefinibile, forse lo sforzo unito dell’anima, cuore ed intelletto, o questa briciola di intuito che puoò illuminare la tua comprensione quando sei in una via senza uscita.
Quando penso dell’autismo mi viene in mente Alice del paese delle meraviglie. Dobbiamo come lei riuscire ad attraversare lo specchio per entrare nella stanza magica o mangiare la giusta quantità di biscotti per entrare nell’incantevole giardino fiabesco. Non esagerare nell’essere invasivi, non crescere troppo, perchè la piccola porticina non ci lascia passare, nè vagare, perdersi nei labirinti di ragionamenti inutili, vani, perchè così non riusciamo mai a raggiungere la chiave. Il giusto equilibrio è un miscuglio di amore e ragione, spirito ed azione. E’ una delicatezza angelica. Non distruggere, non invadere, trovare varco, passare pacificamente. Perchè ogni rottura provoca ferite e la persona ferita si chiude e si allontana. Creare ponti tra abissi, unire universi e scoprire mondi. E’ farsi illuminare la strada da questa scintilla Divina, chiamata Amore, che deve essere il fondamento di ogni relazione umana. Sempre!
Darina Naumova