Può capitare, si sa, di avere un vicino di casa con la passione per l’obiettivo ma quando la passione diventa un vero e proprio reportage della vita condominiale come ci si deve comportare? Non è singolare che l’amministratore riceva, a supporto delle più svariate lamentele una dettagliata documentazione fotografica delle violazioni dei condomini: è così che in poco tempo ci si ritrova con un vero proprio archivio di panni stesi, automobili parcheggiate fuori zona, animali domestici “colti sul fatto”, vasi di fiori o piante non autorizzati, condomini intenti a svolgere le più svariate attività il tutto grazie ai vicini di casa che fungono da vedette e in barba alla privacy scattano fotografie o riprendono immagini come se fosse la cosa più naturale del mondo.
A tutti sarà capitato di avere o di aver sentito dire di quel condomino particolarmente ligio al rispetto delle regole fino al punto di dover documentare vicini di casa e visitatori con lo specifico intento di coglierli in fallo per poter poi procedere alle segnalazioni di rito all’amministratore.
Il caso particolare nasce da una singolare sentenza della Corte di Cassazione che, di fronte ad una condanna del tribunale che riteneva l’atteggiamento di un condomino “giustiziere” petulante, indiscreto, insistente, invasivo e lesivo della libertà personale ha ribaltato la sentenza di primo grado.
Secondo gli Ermellini infatti un atteggiamento come quello sopra descritto non configurerebbe il reato di molestie proprio a causa dell’impossibilità di dimostrare l’ossessione del Fotografo e la frequenza degli scatti.
Lascia sinceramente perplessi la sentenza, in virtù dell’avvicendarsi dell’entrata in vigore del nuovo regolamento Europeo a Tutela della Privacy oltre che la stretta delle recenti sentenze sullo stalking condominiale.
Certo è sconsigliabile promuovere atteggiamenti simili pur nella consapevolezza che l’amministratore ha ben pochi poter per limitare azioni di questo tipo fra la compagine condominiale, soprattutto in un periodo in cui la litigiosità tra vicini è in aumento e la disponibilità a mediare pacificamente latita.
Per evitare questioni legate alla violazione della privacy o il manifestarsi di atteggiamenti molesti è sempre bene esporre le proprie lamentele all’amministratore evitando, ove possibile di documentare senza motivo i comportamenti contestati se non quando espressamente richiesto. Anche in quel caso è sempre opportuno procedere prima a dei sopralluoghi con l’amministratore in modo che l’amministratore possa effettivamente prendere atto degli illeciti.
Certamente la cassazione non ha aiutato l’amministratore nel disincentivare questi atteggiamenti non tenendo in considerazione però che spesso, pur non essendo facile dare prova certa delle lamentele esposte a riguardo, non sia possibile escludere a priori l’invadenza e il disagio che “un reporter condominiale” possa arrecare nei rapporti di buon vicinato.
Dott.ssa Michela Scavo