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25 aprile 1944: Lettera di Armando Amprino

Carissimi genitori, parenti e amici tutti,
devo comunicarvi una brutta notizia.
Io e Candido, tutt’e due, siamo stati condannati a morte. Fatevi coraggio, noi siamo innocenti.
Ci hanno condannati solo perché siamo partigiani. Io sono sempre vicino a voi.
Dopo tante vitacce, in montagna, dover morir cosí… Ma, in Paradiso, sarò vicino a mio fratello, con la nonna, e pregherò per tutti voi. Vi sarò sempre vicino, vicino a te, caro papà, vicino a te, mammina.
Vado alla morte tranquillo assistito dal Cappellano delle Carceri che, a momenti, deve portarmi la Comunione. Andate poi da lui, vi dirà dove mi avranno seppellito. Pregate per me. Vi chiedo perdono, se vi ho dato dei dispiaceri.
Dietro il quadro della Madonna, nella mia stanza, troverete un po’ di denaro. Prendetelo e fate dire una Messa per me. La mia roba, datela ai poveri del paese. Salutatemi il Parroco ed il Teologo, e dite loro che preghino per me. Voi fatevi coraggio. Non mettetevi in pena per me.
Sono in Cielo e pregherò per voi. Termino con mandarvi tanti baci e tanti auguri di buon Natale. Io lo passerò in Cielo. Arrivederci in Paradiso.
Vostro figlio Armando Amprino
dicembre 1944

Armando ha 19 anni, solo 19 anni. Pensate a voi, che avete oggi 19 anni. Pensate a voi quando avete avuto 19 anni. Come siete?!? Come eravate?!? Volete e volevate vivere, sognare, pensare ad un futuro. Armando, invece, ha fatto una scelta di amore e libertà, ed è morto, ammazzato, fucilato, contro un muro, a soli 19 anni. Sta a noi, oggi, continuare a sognare anche per lui e, soprattutto, grazie a lui e a tanti, come lui, che ci hanno regalato la libertà.
Un grazie a Giorgio Moranda per averci fatto pervenire questo struggente scritto.

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