Nella vita tutti noi ci troviamo ad affrontare delle scelte. Fin da piccoli siamo tenuti a scegliere la scuola più adatta alle nostre inclinazioni, lo sport a noi più conforme o la squadra da tifare. Da grandi le scelte si moltiplicano e diventano sempre più impegnative e ricche di significato comportando responsabilità e conseguenze talvolta irreversibili. Scelte politiche, scelte lavorative, scelte sentimentali, scelte di vita. Fin qui nulla di preoccupante, qualcuno replicherebbe. Il detto latino “Homo faber fortunae suae”, ossia “L’uomo è artefice del suo destino” ci suggerirebbe il lato positivo del libero arbitrio umano, arbitrio basato sulla libertà umana di scegliere il proprio destino nella misura in cui ciò è possibile; tuttavia, fin dai primi anni di vita è facile osservare come tutte le nostre scelte siano condizionate dal mondo che ci circonda e dalla società. La famiglia ci vuole in un modo, gli amici in un altro, il nostro capo in un altro ancora; ed ecco che il padre vorrebbe che il proprio figlio portasse avanti l’attività di famiglia seguendo le proprie orme o la madre insoddisfatta dalla propria vita spera che la figlia, futura ballerina, realizzi il suo sogno mancato; ed ecco che, soprattutto gli adolescenti, ricorrono al bisturi spesso ancora minorenni, con consenso genitoriale, per avere la misura di seno “giusta” secondo i modelli sociali visti in tv o il nasino alla francese.
Tutti questi condizionamenti oggi sono ancor più forti di un tempo vista la presenza di tantissimi strumenti di comunicazione, dalla TV ai social, passando per le infinite vie che internet offre. Un mondo fatto di perfezione e di modelli da seguire, un mondo dove l’adolescente diverso, perché sovrappeso e diverso dal modello in voga viene “bullizzato” nella realtà e in rete, portando spesso a tragedie annunciate.
Un mondo in cui molte ragazze cadono in preda all’anoressia proprio perché non vedono riconosciuta la propria identità in quel modello che la società vuole imporgli.
Figli che scelgono la propria vita lavorativa per rispondere alle aspettative di vita dei genitori, ammalandosi poi di depressione, imprigionati in una vita che in realtà non hanno scelto davvero. Tutto ciò ci deve far riflettere sull’importanza delle nostre scelte nella vita e sull’importanza pedagogica del valore dell’imperfezione, dell’essere diversi e perciò unici.
Partendo da questa convinzione il bambino, poi adulto, non cercherà una perfezione finta e quasi malata, ma saprà di avere una propria identità che nessuno gli strapperà mai via, imperfetta o no. Sarà solo nella convinzione della propria unicità e forza caratteriale che sarà in grado di fare scelte proprie, sentite, desiderate e che rispondono alle sue reali esigenze per un’esistenza felice. Questo è quanto di più importante si possa insegnare ad un bambino di oggi per dar vita a l’uomo di domani in grado di scegliere davvero.
Samanta Gabrielli