Ho iniziato a pulire e a riordinare qualche ripiano della libreria, e per la prima volta nel fare questo lavoro ho dovuto inforcare gli occhiali da vicino, perché con i multifocali non riuscivo a leggere bene i titoli… Gioie dell’età…
Comunque oggi è piovuto e la temperatura è scesa a gradi sopportabili, persino piacevoli. Io, però, rimango irrequieta: l’rrequietezza della quiete. Leggo, e aspetto che passi. Visto che è un’irrequietezza silenziosa, che non parla, non dà segni comprensibili, non c’è altro da fare.
“Nel futuro che s’apre le mattine
sono ancorate come barche in rada.”
(Montale)
Così mi sento, barca in rada…
Attendo un qualche venticello che muova le vele… E sulla barca, così sto.
È un dato empirico, più volte sperimentato: ascoltare Bach è una cura efficace per far passare le paturnie.
Stasera, il concerto con le Suites inglesi ha sgombrato l’animo dalle nuvolaglie umorali, e la passeggiata per tornare a casa, con tanto di golfino per l’aria meravigliosamente fresca, ha dato il tocco finale. Posso andare a dormire contenta.
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