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Dionisio e Apollo

“Avrei voluto sentirmi scabro ed essenziale (…)
Altro fui: uomo intento che riguarda
in sé, in altrui, il bollore della vita fugace…”

Ho sempre amato questi versi di Montale, e mi ci sono spesso riconosciuta. Anch’io avrei voluto sentirmi scabra ed essenziale, e non lo sono mai stata. Due anime forti e potenti si sono scontrate nella mia vita: Dioniso e Apollo hanno guerreggiato a lungo, con sorti alterne, ferite e bottini di guerra.
Dieci anni fa, proprio di questi tempi, mi avviavo verso la separazione dal mio ex marito.
Negli anni di matrimonio avevo creduto che la lotta tra quei due avesse trovato un accordo, e avevo goduto di una decennale tregua. Non era così, e il fiume che credevo scorrere più o meno quieto tornò a ingrossarsi, fino a rompere gli argini pazientemente costruiti. A quarantatré anni mi sentivo di nuovo attraversata da emozioni e passioni, dalla vita e dai suoi colori, nero compreso. Apollo inerme e sconsolato guardava Dioniso sobbalzare e agitarsi per ogni minimo movimento dell’anima.
Ho scritto tantissimo, e il pc è stato il mio compagno più fedele: Apollo pretendeva almeno una forma, parole condivisibili. Rileggere quelle cose a distanza di anni mi fa sempre uno strano effetto: io non sono più là, non sono più in quelle parole così cariche. Eppure quelle parole sono in me, sono la mia storia. Grazie a quelle parole ho trovato una strada: scrivere è stato un percorso evolutivo, mi ha aiutata a costruire nuovi argini, più flessibili. Di quella flessibilità che può accogliere e contenere.
La passione che per anni mi ha portata su e giù dalle montagne russe si è incanalata nella vita quotidiana e l’ha arricchita, dandole colori pieni di sfumature. Oggi sento e rifletto, sono attraversata e penso. Dioniso e Apollo hanno trovato nuovi modi per dialogare, e ognuno rispetta e ama l’altro. Scorrono entrambi. A volte si azzuffano, uno vuole prevalere sull’altro, ma poi arrivano a un qualche accordo. E quando loro si parlano, io sto bene.
sguardiepercorsi

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