l Disastro di Molare del 13 agosto 1935: 12 anni dopo il Disastro del Gleno, la seconda prova d’orchestra della catastrofe del Vajont. Una valanga di acqua e fango sconvolge intere comunità trascinando con se più di cento vite…..
Per ricordare e per conoscere.
La Diga di Molare sorge in un piccolo angolo di Piemonte perduto nei meandri del Torrente Orba e del tempo. Si erge imponente a a guardia del vecchio alveo pietroso, testimone della miopia umana. Un viaggio in un luogo dimenticato immerso nella natura.
“… sorpassata la piana di Ovada, prima che la strada prenda a salire verso il passo del Cremolino, si offre lo spettacolo di un agglomerato di case arroccate su di un poggio….”.
Il Paese di Molare con il suo Ponte è la porta d’accesso alla bellezza dell’Alta Valle Orba.
La “selvosa” Valle Orba citata dal Manzoni rimane un angolo di verde incontaminato ritagliato tra il Piemonte e la Liguria. I suoi fitti boschi e le acque cristalline ci fanno dimenticare di essere solo a pochi chilometri dalla caotica città di Genova. Dalle colline dell’Alto Monferrato, ai versanti boscosi che separano il Piemonte della Liguria. La natura, la storia, la tradizione e le curiosità nascoste tra vecchi muri di pietra o sotto la terra bagnata dal sudore di secoli di lavoro.
Dopo una calda estate i contadini della valle osservavano speranzosi le nere nuvole addensarsi laggiù sui monti….. L’alba del 13 Agosto 1935 era tersa e calda. Non era una novità. Il 1935 stava per essere ricordato un’annata relativamente siccitosa. I molti contadini che vivevano nella Valle Orba erano molto preoccupati poichè tale situazione stava compromettendo irrimediabilmente i raccolti e l’allevamento. La crisi idrica costrinse la Direzione Aziendale delle O.E.G. a programmare un drastico taglio della produzione elettrica. Ciò aveva come inevitabile conseguenza la chiusura degli scarichi della diga con effetti negativi sul minimo deflusso del torrente, ormai in perenne secca. I contadini, comunque, si stavano accingendo a partire per i campi. Alle 6.30 un boato di un lontano tuono spezzò la monotonia degli ultimi mesi. Gli sguardi vi volsero speranzosi verso sud, verso i monti sopra i quali era visibile un’enorme nuvola di colore scurissimo che puntava spedita in direzione nord. Alle 7.30 si abbattè su Molare e Ovada un vero e proprio nubifragio. Ad Ortiglieto così come in tutta l’Alta Valla Orba iniziò a piovere già alle 6.00.