3695 persone, uomini e donne. Sono tantI gli italiani che, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istituto Superiore della Sanità, hanno scoperto la propria sieropositività. Un dato che, se pur non in aumento rispetto agli ultimi tre anni precedenti, non lascia certo spazio a dubbi. L’Hiv, di cui si parla sempre meno, non smette di far paura.
E’ bene, dunque, tornare a parlarne, non tanto per sfruttare onde emotive poco produttive, ma tanto più per valutare insieme le forme più efficaci di prevenzione: non tutti sanno che, con poche semplici accortezze, il rischio di contagio da Hiv può ridursi anche fino al 90%. Il primo passo in questa direzione è provare a fare chiarezza:
1. La sieropositività e la malattia di Aids non sono la stessa cosa. Il contagio da Hiv, se scoperto in tempo, può essere controllato tanto da evitare la comparsa della malattia vera e propria.
2. L’Hiv colpisce il sistema immunitario. Una diagnosi precoce può essere utile a controllare l’insorgenza di virus e infezioni che potrebbero facilmente complicarsi.
3. La sieropositività, se scoperta in tempo, può essere controllata in modo di ridurre quasi del tutto la capacità di contagio verso altre persone.
4. Effettuare regolarmente il “test Hiv”, quindi, è una delle forme di prevenzione più efficaci. Esistono diversi enti e istituzioni che permettono di effettuare il test in modo rapido, sicuro, anonimo e gratuito.
5. L’infezione da Hiv non può essere diagnosticata attraverso i sintomi né attraverso le comuni analisi del sangue. L’unico modo per accertare l’infezione è quello di sottoporsi al test per l’Hiv
6. L’utilizzo corretto del preservativo durante i rapporti sessuali riduce di circa il 90% il rischio di contagio non solo da Hiv, ma anche da qualunque altra malattia sessualmente trasmissibile.
7. Il contagio di Hiv non avviene solamente tramite un rapporto sessuale completo, anche se, secondo i dati ufficiali, l’81% dei casi è attribuibile a rapporti sessuali non protetti.
8. Il rischio di contagio non riguarda, come spesso si tende a credere, solamente i rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso. Secondo i dati dell’ISS, infatti, il 43% dei casi di contagio avviene mediante rapporti sessuali tra un uomo e una donna.
9. Il 79,6% dei casi riguarda uomini, mentre il 20,40% riguarda le donne
10. La fascia d’età maggiormente colpita è tra i 25 e 29 anni. Ma, se non adeguatamente informati, si corre il rischio a qualunque età. A Bergamo e provincia sono diverse le strutture presso cui poter effettuare il “test Hiv”. Ne segnaliamo alcune:
• Ospedale Papa Giovanni XXIII – Bergamo
• Asl di via Borgo Palazzo – Bergamo
• Asl di Bonate – Bonate Sotto
• Ospedale Pesenti – Alzano Lombardo
• Ospedale Civile – Treviglio
• Ospedale Bolognini – Seriate
• Asl di Calusco – Calusco d’Adda
Per maggiori informazioni, l’ASL di Bergamo ha attivato un numero di telefono specifico sul tema Hiv e altre malattie sessualmente trasmissibili: tel. 0352270543.
Per qualunque altro dubbio e per approfondimenti medici è sempre consigliabile rivolgersi, in modo gratuito, al proprio medico curante.
Giorgio Moranda