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Poeti in Nicaragua

Dovevo nascere in Nicaragua, ho pensato per un attimo leggendo un articolo poco tempo fa!  E documentandomi anche da altre fonti ho scoperto e mi sono meravigliata di quanto siano tenuti in considerazione i poeti in Nicaragua, Paese con poco più di 6 milioni di abitanti, di cui 2 milioni e mezzo contadini. Un terzo della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno, il reddito medio non raggiunge i 150 dollari mensili. Il Nicaragua è, dopo Haiti e Guatemala, il 3° paese più povero dell’America Latina. Si penserebbe quindi che le priorità riguardino le necessità materiali di tutti i giorni.. Invece questo paese ha tempo e passione per la poesia. I  poeti sono venerati, racconta Gioconda Belli, grande scrittrice del luogo; Rubén Darìo, poeta nicaraguense che tra la fine dell’800 e inizio 900 fece entrare la lingua spagnola nel mondo, è un eroe nazionale. Anche i bambini lo amano e ne ripetono i versi. Negli anni settanta, pur essendo il Nicaragua un Paese devastato, i politici pretendevano il diritto alla cultura, alla poesia, quali beni di assoluta necessità. È sorprendente quanto abbiamo da imparare da popolazioni povere materialmente ma infinitamente ricche di sentimenti, emozioni, sogni, speranze affidate anche alla poesia. Interessante la testimonianza del primario di un reparto di leucemie e tumori infantili:” Nei protocolli terapeutici c’è la poesia, insieme a clownterapia, musica, lettura. Non ci sono certezze scientifiche, ma so per certo che un bambino sereno reagisce meglio alle cure, trova il coraggio di sfidare la malattia. La poesia lo incanta e ed emoziona”.Questo reparto fu creato 30 anni fa proprio da un poeta, Fernando Silva, quando i bambini colpiti da leucemia morivano tutti. In questi 30 anni se ne sono salvati 1700, anche con la poesia.  Significative le parole del poeta Alfredo Ulloa: “ La poesia è oralità, speranza, allegria. Non deve chiudersi nelle accademie. La poesia è il popolo. Sta nelle piazze, nelle strade, nei parchi. La poesia racconta storie che nessun altro racconta”.
Purtroppo in Italia i poeti sono molto meno tenuti in considerazione, i bambini a scuola ormai imparano poche poesie a memoria, perciò non sono incentivati a conoscere e ad amare la poesia. Chi scrive poesie, è vero, le scrive soprattutto per se stesso, per esternare sentimenti ed emozioni che difficilmente riuscirebbe ad esprimere a voce, ma sarebbe piacevole che la poesia entrasse nel cuore di tutti, che si potesse condividere con tutti e che si comprendesse anche in Italia che la poesia è davvero una medicina per lo spirito e di conseguenza anche per il corpo. Poesia vuol dire, almeno per me: lode a Dio per le bellezze della natura, sogno, magia, pensieri d’affetto, di amicizia, d’amore che il pudore trattiene spesso in noi, ma anche mezzo per scaricare dolore, rabbia, delusioni. Ecco perché, leggendo  questo articolo, ho pensato che il Nicaragua potesse essere il mio paese ideale!
Ornella Olfi

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