Il recupero delle salme e gli esami autoptici
Le vittime del disastro furono ottantuno, di cui tredici bambini, ma furono ritrovate e recuperate solo trentotto salme. La Procura di Palermo dispose l’ispezione esterna di tutti i cadaveri rinvenuti e l’autopsia completa di 7 cadaveri, richiedendo ai periti di indicare: causa, mezzi ed epoca dei decessi; le lesioni presentate dai cadaveri; se su di essi si ravvisassero presenze di sostanze tossiche e di corpi estranei; se vi fossero tracce evidenti di ustioni o di annegamento.
Sulle sette salme di cui fu disposta l’autopsia furono riscontrati sia grandi traumi da caduta (a livello scheletrico e viscerale), sia lesioni enfisematose polmonari da decompressione (tipiche di sinistri in cui l’aereo si apre in volo e perde repentinamente la pressione interna).
Nelle perizie gli esperti affermarono che l’instaurarsi degli enfisemi da depressurizzazione precedette cronologicamente tutte le altre lesioni riscontrate, ma non causò direttamente il decesso dei passeggeri facendo loro soltanto perdere conoscenza. La morte, secondo i medesimi esperti, sopravvenne soltanto in seguito, a causa di traumi fatali, riconducibili (così come la presenza di schegge e piccole parti metalliche in alcuni dei corpi) a reiterati urti con la struttura dell’aereo in caduta e, in ultima analisi, all’impatto del DC9 con l’acqua. La ricerca tossicologica dell’ossido di carbonio e dell’acido cianidrico (residui da combustione) fu negativa nel sangue e nei polmoni. Nessuna delle salme presentava segni di ustione o di annegamento.
Il controllo radiografico, alla ricerca di residui metallici, risultò positivo su cinque cadaveri. Più precisamente: nel cadavere 20 due piccole schegge nell’indice e nel medio sinistri; nel cadavere 34 piccoli frammenti metallici in proiezione della testa dell’omero destra e della quinta vertebra lombare; nel cadavere 36 minuti frammenti nella coscia sinistra; nel cadavere 37 un bullone con relativo dado nelle parti molli dell’emibacino; nel cadavere 38 un frammento delle dimensioni di un seme di zucca e di forma irregolare nella mano destra. La perizia ritenne di escludere, per le caratteristiche morfologiche e dimensionali, la provenienza dei minuscoli corpi estranei dall’eventuale frammentazione di involucro di un qualsiasi ordigno esplosivo.
Scatola nera e comunicazioni radio
Il flight data recorder (FDR) dell’aereo aveva registrato dati di volo assolutamente regolari: prima della sciagura la velocità era di circa 323 nodi, la quota circa 7 630 m (25 000 piedi) con prua a 178°, l’accelerazione verticale oscillava senza oltrepassare 1,15 g. La registrazione del tranquillo dialogo tra il comandante Domenico Gatti e il copilota, che si raccontavano barzellette, restituito dal cockpit voice recorder (CVR), si era interrotta improvvisamente e senza alcun segnale allarmante che precedesse la troncatura. Gli ultimi secondi dal CVR:
«Allora siamo a discorsi da fare… […] Va bene i capelli sono bianchi… È logico… Eh, lunedì intendevamo trovarci ben poche volte, se no… Sporca eh! Allora sentite questa… Gua…»
La registrazione si era fermata tagliando l’ultima parola («Guarda!»). Questo particolare potrebbe indicare un’improvvisa interruzione dell’alimentazione elettrica.
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Fonte Wikipedia