Tempo di avvento, tempo di attesa. Attesa del Natale, attesa del Signore che viene a consolarci e salvarci. Quante attese abbiamo vissuto; non ci hanno lasciato dormire la notte.
Che fatica addormentarsi aspettando Santa Lucia. Quanta trepidazione ci ha tenuti svegli indugiando sulla partenza di una gita, quanta tensione la vigilia di un esame. Che impazienza nell’attesa degli innamorati. Dolce è chiamata l’attesa carica di mistero quando lievita il ventre. In Avvento ci sono varie proposte perché sia viva anche l’attesa del Signore. Sta a ciascuno di noi cogliere. In genere siamo attenti agli eventi e poco alle cose quotidiane. Penso che ci abbia sconvolti tutti quanto successo a Parigi. Ma penso anche che ci abbia messo a disagio vedere questo fatto per ore e ore sui teleschermi; il chiacchiericcio dita ti esperti di tutto e la pietà si trasformava in spettacolo ed esibizione. Le cose normali non fanno notizia. Non si scrive mai delle mamme che ogni giorno cucinano e si consumano in mille cose da fare in casa. Non si parla mai dei nostri uomini e delle nostre donne che lavorano e si impegnano ogni giorno per la pagnotta delle loro famiglie. Non si parla mai dei nostri studenti che assonnati prendono il treno o il pullman ogni mattina e tornano a pomeriggio inoltrato.
Eppure è su queste cose fatte bene che si costruisce la vita. Su questo faticoso quotidiano ignorato invito tutti a vigilare come su un bene prezioso. Fare bene le cose di tutti i giorni è già un modo di vivere l’avvento. Sognare il grande amore, la grande avventura che cambia la vita è lecito e a volte doveroso, poi i conti si fanno sempre sulle piccole cose. Siamo chiamati a fare bene quelle. È bello dire “ti amo” oppure “darei la mia vita per te”, ma alla fine i conti tornano su calzini aggiustati, sulla stufa da accendere il mattino, sul lavandino che gocciola, sul mal di gola…
Don Bruno