Scorre un quotidiano un po’ sordo… Nuoto in superficie, una bracciata via l’altra; giornate che si susseguono ritmicamente e passano veloci, lasciando poche tracce significative. Non è proprio il grigio uniforme dei cieli di questi giorni, ma siamo lì.
Stamane, a interrompere il grigio piatto, è arrivato un ramo fiorito che mio marito mi ha lasciato sul tavolo come buongiorno. Un bel buongiorno, che dava pure l’avvio all’ultimo giorno lavorativo prima di una breve vacanza. Ora è sera. Sto accucciata sul divano, in ascolto della pioggia battente e del rumore dell’acqua schizzata dalle auto di passaggio. Ho bisogno di fermarmi, di lasciare la superficie per nuotare più in profondità. Comincio da qui: dal divano, dalla quiete, dalla tastiera che traduce stati d’animo in parole. Parole ancora un po’ incerte, vaghe, desiderose di agganciare piccole trame preziose, sensazioni da condividere. Ma che al momento cercano, più che trovare.
Parole come gradini che scendono nelle stanze dell’anima. Qui le porte hanno cardini un po’ arrugginiti e si aprono con difficoltà, lasciandomi fuori a sbirciare. Per ora, sto qui. Tra la pioggia e il ramo fiorito.
Silvia