Donami un perché alle tragedie dell’esistenza, a queste bombe che gemono con i morti, ai pianti dei bambini lasciati orfani, donami un perché a tutto questo male.
Forse non mi sai rispondere perché risposta non c’è, o forse sono io troppo sensibile e idealista, magari chiedo troppo quando dico Pace.
Donami un perché a questa infinita lotta, tra il Bene e il Male quando pare tutto perduto, dimmi perché la gente ancora non si ferma, ad ascoltare una poesia pronunciata tra le lacrime, di un barbone che chiede solo una coperta calda. Donami un perché alle folle urlanti che chiedono Pietà, a questa totale mancanza di bontà e bieca indifferenza, fammi sentire cosa ne pensa l’Universo, troppo occupato a girare e cambiare storie ai pianeti, dimmi che ancora ne sentiamo l’eterno gemito.
Donami un perché a queste lacrime di terra e sangue, che si mescolano fra le coscienze assopite di chi tace, acconsentendo drammi senza fine e orrori inenarrabili, a chi pensa che Felicità faccia rima con soldi, e spande le armi sopra membra inermi, facendo pagare lo scotto agli Innocenti.
Ed ecco che un Inno si alza dalla Terra stanca, una voce di donna e di madre che si abbandona, chiedendo giustizia agli Altari della Misericordia,
percorrendo i brividi della memoria dimenticata, facendoci sorpassare dal non senso, le nostre menti cosi assuefatte da tante brutture, sempre pronti però a giudicare, quando ci viene chiesto solo il compito di aiutare.
Donami un perché tu che sei il Saggio dei Tempi, perché noi siamo qui ad attendere una pioggia che disseti, quando aridi i cuori si uniscono a un sol grido, e vedo il Cielo passare mentre Tu resti con noi… nonostante tutto…
Laura C.