Oggi ho in testa questo tema.
Stamattina parlavo con una paziente: mi diceva che stava lavorando molto in palestra perché doveva tornare a camminare un po’, anche solo qualche passettino col deambulatore. Perché no, la carrozzina proprio no, che vita sarebbe? Però, anche solo pochi anni fa, avrebbe trovato insostenibile la condizione in cui vive ora, e che ora è invece sostenibile, anche con un buon livello di soddisfazione.
Questa è la vita. Sopravviviamo se siamo in grado di adattarci ai cambiamenti e di trovare equilibri nuovi nelle nuove circostanze.
Vale per ogni aspetto della vita. Si abbassa il tenore di vita, non si possono più fare cose che un tempo si facevano; passano gli anni e si impara a convivere con qualche acciacco, con qualche limite; ciò che un tempo era fonte di frustrazione ora non causa nessun dolore.
Scendiamo gradini, ma nel gradino in cui ci ritroviamo facciamo casa, cerchiamo di arredarlo nel migliore dei modi, di renderlo il più confortevole possibile. Ci adattiamo.
A volte è solo sopravvivenza, altre volte nel ridimensionamento si scoprono nuove libertà, e si viaggia più leggeri nella vita. Se hai molto da perdere, hai più paura. Se cadi dall’alto, ti fai più male. Se nel viaggio ti porti dietro uno zaino troppo pieno e pesante, fai fatica, arranchi, non vai lontano. Va bene anche quello, ma quando la vita ti alleggerisce lo zaino, scopri che hai meno paura di perdere, che puoi camminare e guardarti intorno con maggior agio.
Ovviamente non è sempre così. Succede quando ciò che perdi non è essenziale. E nello scendere qualche gradino, ti accorgi che molto di ciò che avevi intorno non era così essenziale. Ti sembrava importante, ti sembrava che da lì venissero benessere e felicità. Scopri che non era così vero. Che se ne può fare a meno senza dolore. E riprendi a viaggiare un po’ più saggio, un po’ più leggero. Con la felicità e il dolore che stanno nella vita, e non nei gradini che hai dovuto abbandonare. Ci sono ridimensionamenti dolorosi che richiedono grande coraggio e forza spirituale per essere accettati ed elaborati. Gradini che sei obbligato a scendere uno via l’altro.
Ma ci sono ridimensionamenti che portano salute psicologica, libertà, serenità. Che scavando verso l’essenza liberano da molte paure e ridanno fiducia e speranza. Che aprono a tutte le piccole e grandi meraviglie che hai intorno. Che fanno scoprire nuove possibilità, nuovi sguardi.
Come dice un vecchio detto, ciò che il bruco chiama la fine del mondo, il saggio la chiama farfalla. Certo per il bruco è la fine del suo mondo. E quel passaggio è doloroso. Ma è un passaggio. Passa. E si fa farfalla. Farfalla essenziale. L’essenza mi àncora alla vita.
Paola