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Prevenzione dentale

Prima di parlare di prevenzione è importante chiarire il concetto di malattia. In linea di massima per malattia si intende una condizione in cui il normale equilibrio funzionale di quell’organo è alterato. Lo stato di salute, invece, è uno stato di benessere fisico, psichico e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia o infermità. Come per la malattia, anche per la salute, vi sono diversi livelli di benessere.
Fra salute e malattia, dunque, non vi è una linea sottile di separazione ma uno spazio più o meno ampio in cui avvengono delle trasformazioni che precipitano fino ad una condizione da cui è difficile o impossibile il guarire. Quante volte abbiamo detto o sentito la frase “prevenire è meglio che curare”, non osiamo nemmeno ripeterla per paura di essere guardati con sufficienza. Più interessante è dire “prevenire è curare”  lo stato di salute e, dunque, migliorare lo stato di benessere, tenendosi lontano dal rischio di ammalarsi.
Poiché le malattie della bocca e dei denti più frequenti restano le carie dentali e le malattie paradontali è ancora oggi importante parlare di prevenzione in campo odontoiatrico. Si distingue una prevenzione primaria che intende l’eliminazione dei fattori di rischio, una prevenzione secondaria che significa diagnosi e dunque terapia di una patologia allo stato iniziale, mentre per prevenzione terziaria si intende la riabilitazione dopo che si è avuto un danno per una determinata patologia.
Il primo passo per prevenire la carie, soprattutto nei bambini, è valutare il “rischio di carie”. Oggi ciò è possibile con un metodo facile e non invasivo rappresentato dai test salivari e dall’indicatore di placca. Con i test salivari si valuta la quantità di flusso salivare, il potere tampone, cioè la capacità difensiva dagli acidi batterici e la quantità dei batteri responsabili delle carie dentali. Con l’indicatore di placca (delle compresse colorate, che sciolte in bocca si legano alla placca) è possibile visualizzare le zone dei denti dove la placca batterica si accumula in maggiore quantità e dunque più a rischio di sviluppare patologie cariose.
Il secondo passo è quello di eseguire una prevenzione primaria e cioè di correzioni delle abitudini alimentari errate (caramelle e dolciumi, eliminazione della placca (insegnare il corretto spazzolamento dei denti dopo ogni pasto), somministrazione di fluoro e applicazione di sigillanti, che riducono l’accumulo di placca nei solchi dei denti molari.
Il terzo passo è quello di eseguire una prevenzione secondaria attuando una diagnosi precoce che mette in evidenza le lesioni cariose allo stadio iniziale.
Il quarto passo è quello della prevenzione terziaria, intervenendo sul dente, ormai cariato, ma in modo minimamente invasivo, preservando il tessuto sano residuo.  Eliminare la placca diventa l’imperativo, la condizione essenziale per mantenere i denti sani. Questa sostanza, che è formata dai residui di cibo e dai batteri e dai prodotti (acidi) che essi formano dal loro metabolismo, è la causa aggressiva che provoca l’attacco allo smalto. La placca, a causa del deposito dei sali di calcio, diventa tartaro, che causa un’infezione cronica delle gengive e dunque la paradentite che porta alla perdita dell’osso alveolare e, dunque, alla caduta del dente. Per prevenire ciò, bisogna fare delle sedute ogni 6 mesi dal dentista. Grazie al detartrase ed al curettage (eliminazione del tartaro dalle tasche paradontali) è possibile controllare tale patologia, che è ancora più subdola rispetto alla carie e spesso il paziente ne viene a conoscenza quando è troppo tardi.  Nonostante si parli di prevenzione già da molti anni, ancora oggi arrivano negli studi casi in cui l’unica soluzione è l’estrazione del dente e la protesi: per questo il nostro studio ha sposato la missione di fare prevenzione dentale tutto l’anno e visto il successo con cui ciò è stato accolto, ci stiamo riproponendo di farlo anche in futuro perché il fine di ogni professionista nel campo della salute è di mettere il tassello affinché il mosaico del benessere sociale non venga mai meno ma sia il vero scopo del suo operato.
Dott. Santorsola Francesco   

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