“Quando ti viene nostalgia non è mancanza, è presenza di persone, luoghi, emozioni che tornano a trovarti” (Erri de Luca) …è molto vero, anche se la mancanza rimane comunque pungente. Dicembre è per me un mese denso di anniversari tristi. Tra le altre, le persone più care che mi hanno lasciato: mio papà e mia sorella. Mio papà ci lascia 42 anni fa, a soli 52 anni. Un’infanzia di ristrettezze, il lungo periodo della guerra, durante il quale trascorre 7 anni di prigionia in Algeria, poi il matrimonio, in un periodo in cui si fanno grandi sacrifici per costruire qualcosa che dia sicurezza nel futuro: una famiglia e una casa. Felice per la nascita di noi figlie, qualche anno dopo un tumore lo colpisce una prima volta e poi una seconda, inguaribile. Anche la vita di Giovanna è caratterizzata da pochi soldi e tanto lavoro, sia da ragazza che da sposata, fino a quando, a soli 50 anni, viene travolta in biciletta sul Ponte del Chiese. È vero che ripensando al passato, i ricordi fanno rivivere emozioni quasi come se fossero reali: sfogliare foto, rivedere i filmati di occasioni felici, raccontare aneddoti ed episodi condivisi: è quasi palpabile la loro presenza, quasi un alito mi sfiora. Ma prepotente rimane la nostalgia… Si impara a sorridere più di prima, perchè il pudore dei sentimenti più intimi è giusto tenerlo dentro. Certo, a volte è un sorriso amaro: come accettare la morte di chi ci lascia, nel pieno della propria vita, dopo aver seminato tanto, a fronte di tanti sacrifici, senza poterne godere i frutti? La presenza invisibile è percepibile e a volte consolante, ma altrettante volte non basta. 15 anni senza Giovanna: lei è rimasta quella cinquantenne con il corpo da ragazzina, sempre sfrecciante sulla sua bici. 42 anni senza il papà: affascinante cinquantenne, con la sua auto tanto desiderata e troppo poco usata, molto severo con noi ma tenero nonno … è così che li voglio pensare lassù…quando la loro presenza viene a trovarmi.
Ornella Olfi