Fuggo e nel fuggir porto con me le balaustre colme di ricordi poggiati sopra il tempo M’allontano da questo confondere lo scandir dell’ore con un palpito del cuore da questo inventar nenie scritte solo s’un pentagramma vuoto lasciando i musicanti nel plumbeo silenzio E solleva le foglie l’ennesima folata di vento quella che ci ha visto complici di stagioni scarne quella che il fiato ammansisce dentro l’immagini rubate allo scorrere del fiume tra fronde e rivi Mi perdo dentro cerchi concentrici ch’espandendosi rivelan presenze Ed è tutto dentro allo sguardo immerso in quei sorrisi diafani è quel ritornar a te percorrendo quei sentieri che all’imbrunire smarriscon la via per poi attenderti tra le pieghe d’un sogno Così mi adagerò come il tramonto s’adagia dietro al dorso della collina sfuggendo al reale che all’alba mi cancella illusioni Rosa Leone da Gottolengo (Bs)