Abbi il coraggio di servirti
della tua propria intelligenza!
È questo il motto dell’Illuminismo.
Immanuel Kant (Königsberg, 22 aprile 1724 – Königsberg, 12 febbraio 1804) è stato un filosofo tedesco. Fu uno dei più importanti esponenti dell’illuminismo tedesco, e anticipatore – nella fase finale della sua speculazione – degli elementi fondanti della filosofia idealistica.
La maggior parte della sua biografia è conosciuta attraverso l’epistolario, da cui traspare un resoconto asciutto dei rapporti con gli studenti, i colleghi, gli amici e i parenti, nonché interessanti dettagli sui rapporti intercorsi tra lui e alcune importanti personalità del secolo e sulle prime reazioni ottenute dal pensiero kantiano. In tale epistolario, però, mancano riferimenti a particolari stati d’animo. Importanti sono anche le prime biografie a lui dedicate, quali quelle di Ludwig Ernst Borowski, di Reinhold Bernhard Jachmann, di Ehregott Andreas Wasianski, di Johann Gottfried Hasse e di Friedrich Theodor Rink, tutte del 1804 e a opera di persone che ebbero modo di conoscerlo personalmente e di frequentarlo anche in qualità di collaboratori. L’epistolario di Kant non contiene lettere precedenti il 1761, mentre le biografie menzionate lo ritraggono soprattutto a partire dalle esperienze che gli autori ebbero di Kant quando egli era sul finire della vita, per cui questo repertorio biografico rischia di produrre un ritratto sbilanciato verso la rigidità tipica dell’età senile, quando invece in generale Kant fu personaggio “socievole e, nel suo stile di vita, addirittura galante”.
Le origini e l’infanzia
Kant nacque nel 1724 nella periferia di Königsberg, allora capitale della Prussia Orientale e oggi, con il nome di Kaliningrad, capoluogo dell’omonimo Oblast, exclave russa tra Polonia e Lituania. Era quarto di undici figli (o nove, secondo altri), dei quali solo cinque raggiunsero l’età adulta. Nello stesso anno in cui nacque Kant, la città venne unificata a partire dai conglomerati di Altstadt, Löbenicht e Kneiphof. A Königsberg si affacciavano numerosi commercianti inglesi, che scambiavano articoli russi (cereali e bestiame) con vino e spezie. Kant riteneva che il nonno paterno fosse un immigrato scozzese, supposizione che non è possibile confermare: il bisnonno Richard era del Kurland, anche se due sue figlie erano effettivamente sposate con scozzesi. Il padre di Immanuel, Johann Georg Kant (1682-1746), era un sellaio originario di Memel, al tempo la città prussiana più settentrionale (oggi Klaipda, in Lituania); la madre, Anna Regina Reuter (1697-1737), proveniente da una famiglia originaria di Norimberga e Tubinga, era una seguace del pietismo. Kant condivise dunque con molti illuministi tedeschi origini povere. In età infantile frequentò la scuola dell’ospizio suburbano. L’educazione religiosa impartitagli dalla madre continuò anche nel Collegium Fridericianum, che Kant frequentò a partire dall’età di otto anni e il cui direttore era da poco diventato Franz Albert Schultz (1692-1763). Costui era allievo di Christian Wolff e importante esponente del pietismo, nonché professore di teologia: soccorse finanziariamente, così come fecero altri amici di Kant, gli studi dell’indigente ragazzo.
Al Collegio, indicato dalla gente di Königsberg come un “rifugio di Pietisti”, aveva larghissimo spazio un rigoroso catechismo: Kant vi studiò molto il latino, l’ebraico (dall’Antico Testamento), poco il greco antico (limitato al Nuovo Testamento) e quasi per nulla le materie scientifiche. Kant ricorderà il Fridericianum come una “schiavitù giovanile”, e anche avanti negli anni vi penserà con “paura e angoscia”. Nel 1737 muore la madre: Kant, tredicenne, la consegnò alla tomba il 23 dicembre.
Nel 1740, Kant, secondo miglior allievo della classe, uscì dal Collegio per intraprendere studi filosofici, di teologia, di letteratura latina e di matematica all’Università di Königsberg, la cosiddetta Albertina, dove fu allievo di Martin Knutzen (1713-1751), docente di logica e metafisica, egli stesso allievo di Wolff.
Kant passò sei anni all’Albertina: l’interesse per Newton, scomparso nel 1727, ma anche per le scienze in generale, si manifestò proprio in questo periodo: grazie all’estro di Knutzen, Kant si legò alla fisica di Newton, che diventò per lui un modello di scienza esatta.
Nel 1746 morì il padre e Kant lasciò l’Albertina, procurandosi da vivere come precettore domestico, inizialmente presso il predicatore Andresch, poi presso il maggiore von Hülsen all’incirca fino al 1753, infine presso il conte Keyserling. È del 1746, pubblicato però tre anni dopo, il primo scritto, “Pensieri sulla vera valutazione delle forze vive”, nel quale Kant si soffermò sul problema del calcolo dell’energia cinetica dei corpi.
È questa un’opera dalla forte e chiara impronta illuministica: possiamo infatti ritrovarvi le prime tracce del suo “sapere aude”, con il quale demolisce l’autorità dei pensatori precedenti in nome di nuove scoperte sorrette dall’intelletto, con un chiaro rinvio a Francesco Bacone.
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