Dario stava con il naso appiccicato ai vetri a guardare la neve. I fiocchi scendevano volteggiando, rincorrendosi come se giocassero a rimpiattino, per poi ricadere sul bianco manto che già ricopriva ogni cosa.
Mancavano alcuni minuti alla mezzanotte e, tra poco, con le sue figliole sarebbe andato alla messa. Era la notte di Natale. Avrebbe dovuto essere una notte di grande gioia, una notte portatrice di speranza, di pace e di nuova felicità, ma Dario, continuando a guardare la neve danzare nell’aria gelida, sentiva solo il dolore spasmodico della sua anima. Erano trascorsi pochi mesi da quando Lilly se ne era andata per un male che non le aveva lasciato scampo, e lui non riusciva a darsi pace. Nessuno riusciva a parlargli e a fargli riaprire il cuore. Ci sono cose nel dolore per le quali non serve la sapienza degli altri. Si imparano quando si sono patite e pagate e il prezzo è tanto più alto, quanto più il cuore vi si trova coinvolto. E Dario non era mai stato, come in quel momento, così dolorosamente consapevole del vuoto lasciato da Lilly. Avrebbe voluto rivedere il bagliore dei suoi occhi, ritrovare il suo sorriso e la sua dolce tenerezza, risentire il suo cuore danzare, come quando stavano vicini e, infine, avrebbe voluto sapere…, sapere dove pensarla…, come pensarla…!
Ad un tratto, una luce scintillante inondò il giardino, illuminandolo con il suo splendore dorato. Dario avvertì un’emozione strana, indescrivibile. Corse fuori trepidante e, sotto i rami di quel pino tanto amato dalla sua Lilly, vide una piccola busta avvolta in un manto di stelle e legato con tanti, minuscoli fili d’oro. Intanto la neve aveva smesso di scendere e il cielo era inondato di stelle.
Dario prese la busta con le mani tremanti e l’aprì. Dentro, c’era un piccolo foglio azzurro scritto con caratteri d’oro.
Era una lettera indirizzata a lui, scritta solo per lui da…, no, non osava crederlo, ma era proprio la calligrafia di Lilly.
Iniziò a leggere con la sensazione di tenere fra le mani un pezzetto di cielo.
“E’ la prima notte di Natale in Paradiso. Gli Angeli, con i loro abiti argentati, si spostano spiegando le ali e, danzando tra nuvola e nuvola, preparano i doni da portare sulla Terra alle persone buone. Anch’io voglio farti un regalo. Ti mando una stella: è la stella che mi ha accompagnato nel viaggio verso la Luce e voglio che sia tua. Ora io vivo nell’Infinito. Sono nel vento che accarezza i tuoi capelli, sono nella luce che illumina il tuo cammino, sono nel fiore che rallegra il tuo cuore ma, soprattutto, sono dentro di te, nella tua anima.
Per sempre!”
Dario adesso sapeva. La stella cadente aveva esaudito il suo desiderio. Lilly passeggiava felice negli spazi celesti, tenuta per mano da un Dio meraviglioso: il Dio delle anime. Un brivido d’Infinito lo attraversò e nel cuore gli scese una grande pace. Nell’aria, i rintocchi delle campane scandivano la Mezzanotte.
Chiara De Ponti