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“TURBO”

“Sei lento come una lumaca”. Quante volte ci sarà capitato di sentirci dire (o usare verso altri) questa espressione, dall’accezione poco felice. A sfatare questo mito ci pensa oggi una chiocciola molto particolare. Lecito ritenere che da un piccolo essere, la cui vita è irta di ostacoli, non ci si possa attendere null’altro che una lentezza estrema. Ma, con un po’ di fantasia e di immaginazione, la sua esistenza può anche essere perfetta per diventare il cuore di una storia su un personaggio con poche chance nella vita.

Come può una lumaca da giardino trasformarsi in un potente invertebrato capace di viaggiare a tutta velocità, realizzando il suo sogno impossibile di vincere la 500 miglia di Indianapolis? Detto, fatto. A pensarci è l’ultimo arrivo in casa DreamWorks Animation. Con un occhiolino strizzato verso i cuginetti protagonisti di Cars, a raccontarcelo è David Soren al cui merito va non solo la regia, ma anche il soggetto e la sceneggiatura. Autore del soggetto della commedia d’animazione Shark Tale e dopo aver lavorato come story artist in La strada per El Dorado, Galline in fuga e Shrek (si è anche occupato del primo special televisivo d’animazione interpretato dall’amato quartetto di animali del Central Park Zoo di Madagascar e Madagascar 2), il sogno che sembra incompatibile per la sua specie, ci viene narrato attraverso gli occhi di Turbo. 

Turbo, innanzitutto è Teo. Diverso dai suoi simili (non teme il piccolo umano, a bordo del suo triciclo, terrorista verso gli animali né il tosaerba dalle lame mortali che sfodera il giardiniere di turno), non è appagato nel dedicarsi alla raccolta di pomodori, non condivide la filosofia di vita dei suoi compari. Ama solo il rischio, la corsa, la gara, la competizione, la velocità. Suo idolo indiscusso è il pilota Guy Gagné.

Come fare a ragguagliarlo? Semplice: un colpo di fortuna; un curioso incidente nel quale Turbo diventa superveloce (non sveliamone le modalità). Ma da quel momento in poi la sua vita non sarà più la stessa. Ancora più determinato a conseguire i suoi obiettivi (diventare un pilota di Formula 1) per dimostrare come, nella vita, i sogni (anche se non sempre è così) possono concretizzarsi. 

Ma questa sua scelta metterà a repentaglio alcune situazioni come il rapporto con il fratello Chet (molto più concreto del consanguineo sognatore) e l’intera comunità all’interno della quale ha sempre vissuto. Assieme al fratello, Teo finisce nel furgone di Tito (un pacioccone che vive col fratello Angelo e che crede fermamente nelle sue qualità) vendendo taco (le tortillas messicane) e col desiderio di sfondare il lunario. Al di là delle ambizioni di entrambi, l’impresa non sarà semplice. Ma i risultati, per quanto scontato dirlo, ci saranno. Accanto a Turbo, in un perimetro che gradualmente si amplia, facciamo la conoscenza di una serie di altre lumache dai nomi curiosi e simpatici (Frusta, Fighetto, Fiamma, Sbandone, Ombra Lesta) e una squadra di variopinti negozianti del decadente Starlight Plaza (prima riluttanti e poi ferventi sostenitori di Turbo). In un’epoca in cui i vecchi cartoni animati della Walt Disney rimangono solo un ricordo per i genitori, pellicole del calibro di Turbo si risolvono, comunque, in un godibile prodotto di intrattenimento che non mancherà di incontrare il consenso dei più piccoli.

Una storia dal ritmo sostenuto, con un dispiego della tecnologia 3D che ci immerge nelle sequenze di gara (oltre a risaltare il mondo delle lumache, potenziando la differenza di scala tra loro e gli oggetti che le circondano), probabilmente non memorabile come altre pellicole targate Dreamworks (qui i personaggi sono tanti e, forse, un po’ troppi); ma dove sarà praticamente impossibile non parteggiare per il perdente, non essere catturati da lui e non stare dalla sua parte.

Le emozioni non mancano, l’allegria e qualche risata pure (il corvo che ogni mattina scende a far visita alla piccola comunità di lumache) e anche la consueta morale (sempre viva nelle pellicole per i più piccini): perseveranza e tenacia per mai rinunciare ai propri sogni.

Piergiorgio Ravasio

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