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SOLO LA CULTURA CI PUO’ SALVARE

Solo la cultura ci salverà:  per trovare il vero amore ci vuole saggezza, per ripudiare la guerra ci vuole coscienza e per capire che siam tutti parte di un’unica cosa, la terra, ci vuole intelligenza.

Armando Laturo 

La crisi in un momento storico come questo, sembra dividere ancora di più la politica dalla vita reale: la prima sembra impelagata in contorni da soap-opera americana, dove i partiti si rincorrono più per formare la tanto voluta maggioranza, che per stabilire un preciso programma responsabile capace di governare il Paese in un momento così difficile. In tutto ciò il Paese arranca e sembra indirizzarsi verso un futuro diretto nel baratro, se non proprio già in caduta libera. Ovviamente tutto ciò porterà nuovi tagli, come se in questi anni non ce ne fossero stati abbastanza , ai vari settori che sono considerati meno influenti per la crescita economica: in primis, la cultura.

La cultura, dunque, concepita come un settore non propedeutico per la crescita economica, ma bensì semplicemente ricopre un ruolo di valorizzazione del Sapere privo di qualsiasi riscontro remunerativo. Eppure i dati europei di questi anni ci mostrano uno spaccato molto interessante: la KEA con il Rapporto Jàn Figel per la Commissione Europea ha dimostrato come nel 2003 il settore culturale, insieme a quello creativo, ha generato un giro d’affari, nell’insieme dei 25 Paesi dell’UE, di ben 636 miliardi di euro, con un contributo al Pil europeo pari al 6,4% addirittura doppio rispetto all’industria dell’automobile.

Oppure nel rapporto sulle statistiche culturali di Eurostat (2007), emerge che i 27 Paesi  dell’UE, nel 2005 lavoravano nel settore culturale quasi 5 milioni di persone, pari al 2,4% dell’occupazione totale. Si tratta di un valore superiore a quello di industrie molto importanti, come l’intero settore del tessile-abbigliamento.

La cultura evince essere  da queste statistiche una soluzione alla crisi, un  settore più affidabile di quelli maturi e saturi come il comparto tessile e quello automobilistico. La cultura è bellezza: perché contiene memoria, perché ci rende liberi dal torpore dell’ignoranza che genera paura. Un popolo è governato male quando smarrisce la ragione.

La valorizzazione di quel patrimonio artistico-culturale ereditato  da secoli e secoli di storia, investimenti sull’istruzione, sullo spettacolo , sul teatro, possono essere una risposta a questa crisi che attanaglia il nostro Paese.

Gianluca

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