Accade spesso che le famiglie si ritrovino a combattere una dolorosa battaglia quotidiana contro la malattia o la disabilità di un parente, necessitando di cure costanti e adeguate. I costi di strutture specializzate sono proibitivi per i più, e non da meno il costo per una badante dedicata, il cui costo si aggira sui 1.000,00/1500,00 euro al mese, cifra sempre difficile da sostenere. A favorire l’abbattimento dei costi, una nuova figura si sta affacciando in questo settore, ovvero la “badante di condominio”.
Contro la crisi infatti l’imperativo è “condividere” e in diverse città italiane, la prossimità fisica tra persone con problemi di salute ha spinto a sperimentare una forma di assistenza, nata da un bisogno sociale diffuso: le famiglie di un condominio in cerca di una badante possono assumere la stessa persona in condivisione, i costi si riducono anche fino al 70%, in base alle necessità.
L’introduzione della badante di condominio accontenta sia le famiglie che le lavoratrici. Le prime perché non sempre necessitano di un’assistente a tempo pieno, della quale frequentemente non possono permettersi i costi. Le seconde perché trovano un impiego fisso, restando dal mattino alla sera nello stesso condominio, a disposizione sia per le commissioni ordinarie che per le emergenze. Spostandosi agevolmente da un pianerottolo all’altro, si dividono tra vari assistiti a seconda delle esigenze delle famiglie e con il vantaggio di non doversi spostare.
Formata e supervisionata da una pluralità di figure, quali il medico di famiglia, la Asl e l’ente locale, tale badante, anche se viene detta di condominio, è solo a disposizione, e a carico, delle famiglie per cui lavora, secondo le ore concordate.
Il “Contratto collettivo nazionale per dipendenti da proprietari di fabbricati”, firmato il 12 dicembre 2012 da Confedilizia, Cgil, Cisl e Uil per i successivi tre anni, ha inserito tra i “lavoratori addetti alla vigilanza o a mansioni assistenziali o a mansioni ausiliarie a quelle del portiere” la figura dell’assistente familiare, che svolge compiti relativi all’assistenza ai bambini, agli anziani non autosufficienti e, più in generale, alla vita familiare dei condòmini.
Questa nuova figura professionale comincia a dare risposte concrete ai bisogni di assistenza dei cittadini, integrando l’assistenza sociale e sanitaria e responsabilizzando il territorio. In una società sempre più vecchia e più fragile nei suoi rapporti, rappresenta un sistema di micro-welfare agile e snello, che progressivamente sostituirà l’ormai vecchio e malandato modello di welfare, colmando un vuoto difficile da coprire per i normali servizi territoriali, buono solo a generare oneri e disagi, che abitualmente gravano unicamente sulle famiglie.
Simili figure professionali, esistenti già da tempo in altri Paesi europei, solo adesso cominciano ad essere conosciute e impiegate in Italia. Superando la figura del portiere, chiuso nella sua guardiola a controllare chi entra e chi esce, le badanti di condominio sono una risposta creativa ai bisogni concreti della gente.
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