Caro Direttore, nel nominare il vertice della sua amministrazione, la Chiesa si è dimostrata più rapida e efficiente della politica, ma si trattava di eleggere un dittatore con pieni poteri, e non un organismo democratico condizionato da mille regole che ne rendono problematica la gestione. Questo Papa si è presentato nella veste dell’umile servitore, al servizio della fede semplice e popolaresca delle masse, al contrario del suo predecessore, che dall’alto della sua teologia sembrava distante e irraggiungibile. Il potere come servizio è certamente una bella idea dal punto di vista teorico, peccato che nessun tipo di potere non l’abbia mai messa in pratica, dal momento che il potere ha sempre prodotto privilegi a chi lo pratica, e condizionamenti a chi lo subisce.
In questo la Chiesa Cattolica non ha fatto certo eccezione, accumulando enormi ricchezze, e condizionando nei secoli idee e comportamenti dei fedeli, fino al punto da entrare nella loro intimità, psicologica e sessuale. Quando la religione detiene il potere temporale, la coercizione giunge al punto da praticare la pena di morte per blasfemia, ma anche prima e dopo di questi estremi, la paura dell’Inferno e il premio del Paradiso hanno sempre condizionato il vivere dei fedeli. Sono cose che nessuno ha mai dimostrato, ma il monopolio dell’educazione e dell’informazione ha sempre sortito l’effetto desiderato. Chiunque riesca ad infondere il senso di colpa, e si arroghi il potere di perdonarla acquisisce un potere, in proporzione al numero dei credenti. Al contrario, il potere come servizio presuppone il diritto di ognuno a vivere secondo la sua natura e le sue priorità, ed è in questo senso che la religione dovrebbe aiutare l’individuo ad essere se stesso, e scoprire il suo specifico compito esistenziale. La rigidità di regole e valori uguali per tutti è il contrario del servizio, dal momento che convoglia le scelte individuali a favore di chi sta al vertice, condizionando la creatività dell’individuo.
Una religione di metodo quindi, e non di contenuti, che aiuti ogni uomo ad essere se stesso, protagonista della sua esistenza. Se Dio ci ha fatti diversi, è solo perché la diversità è indispensabile al divenire. Per questo la Chiesa dovrebbe imparare ad ascoltare, dal momento che Dio parla tramite tutti gli uomini, ed ognuno è portatore del suo carisma. La vera comunione della anime è quella della collaborazione, dove ognuno porta il suo contributo ad una verità comune, sia pure provvisoria, e in perenne perfezionamento. La verità calata dall’alto non è altro che indottrinamento.
Se poi parliamo dell’aspetto pecuniario, una chiesa al servizio dei poveri non può comportarsi come una finanziaria, e impegolarsi in operazioni scandalose come quella del Banco Ambrosiano. Per questo non mi resta che dare il benvenuto al nuovo Papa, sperando che alle buone intenzioni seguano i fatti.
Facchi Angelo