L’Italia è uno dei paesi più belli del mondo. Napoleone definiva l’Italia “Il giardino d’inverno”. Una leggenda dice che Gesù, accompagnato da Paolo e Pietro, si recò sulla costiera amalfitana. Gesù vedendo davanti a sé tanta bellezza, pianse. Paolo gli chiese il motivo per cui piangeva, e Gesù, con gli occhi pieni di lacrime, disse: “Ma non vedete? I napoletani hanno rubato un pezzo del mio Paradiso”. Dai greci agli etruschi, dai romani ai normanni, tutti questi popoli hanno lasciato all’Italia, in eredità, un grande patrimonio di arte e cultura. In Italia ci sono circa duemila dialetti. Nel 1862 Garibaldi, con l’aiuto di Cavour, combattè affinchè l’Italia fosse un’Unica Nazione, un Unico Popolo ed un’Unica lingua. Ci sono state due guerre mondiali dove tutti gli italiani, Nord e Sud, hanno combattuto insieme per la Patria. Pur se trascorsi 150 anni, tra il Sud ed il Nord, restano ancora dei problemi di mentalità, di tradizioni e di educazione civica. Fa molto male al cuore sentire, molto spesso che l’Italia dovrebbe, di nuovo essere divisa. I signori del Nord dicono che gli italiani del sud sono fannulloni ed imbroglioni. Forse, loro hanno dimenticato che proprio gli italiani del sud emigrati all’estero, con le loro rimesse di danaro, hanno contribuito all’economia italiana. Non è piacevole, quando delle sere “Striscia la Notizia” mostra le brutture non solo del Sud, ma anche del Centro e del Nord. Ci sono degli Ospedali che lasciano i pazienti nei corridoi per settimane. Qualcuno deve essere rianimato sul pavimento perché mancano i letti. Le camere non hanno posti liberi. Oppure, ospedali in cui il soffitto cade a pezzi, dove si trasportano le lettighe con gli ammalati e nello stesso tempo passano, panni sporchi e spazzatura. Altri ospedali, dei medici operano senza alcun motivo. Scandali dappertutto, ma nessuno paga i propri errori. Ci sono ospedali super affollati, mentre sono stati costruiti altri, moderni, pronti per essere usati ma restano chiusi. L’ospedale dovrebbe essere un luogo per ricevere gli ospiti malati, curarli e farsi sì che essi abbiano tutta l’assistenza che, in un paese civile debba dare. Invece, gli ammalati si sentono frustrati ed umiliati. Quando si vive all’estero, ci si vergogna, come italiano, nel sentire che in Italia non funziona nulla. C’è sperpero di danaro pubblico e pochi soldi per la sanità. Perché in Germania tutto funziona alla perfezione? Dipende dal popolo? Oppure dagli onesti politici? Però, bisogna riconoscere che quando qualcosa funziona, raramente, il cittadino italiano si sente nell’obbligo di farlo sapere agli altri. Se qualche paziente, ricoverato in un ottimo ospedale, facesse sapere del suo buon funzionamento, della gentilezza degli infermieri e della disponibilità dei medici, ciò farebbe piacere farlo sapere anche all’estero che in Italia ci sono ospedali super umani. Chissà, forse gli manca la volontà oppure, perché sa che nessun giornale lo pubblicherebbe, né qualche rete televisiva ne parlerebbe. Per questo motivo, ritengo doveroso da parte mia, non solo come italiana, ma anche come cittadina tedesca, far sapere l’esperienza che ho avuto, come degente, nell’ospedale di Merate in provincia di Lecco. Mi chiamo Anna maria Perrone, scrittrice, ero in vacanza da tre giorni, ospite nella Cascina Vedù di Merate. Domenica 18 marzo c.a., per un improvviso malore, dovetti essere trasportata d’urgenza, con l’autoambulanza nell’ospedale di Merate. Appena arrivata al Pronto Soccorso, senza attendere un minuto, i medici di turno, subito mi sottoposero ai vari controlli tra cui TAC, L’ECG, analisi del sangue ed altro. Dopo fui portata nel reparto “Otorino”. Stetti tre giorni senza poter aprire gli occhi. Gli infermieri Nicola, Massimo, Giuditta, Imma, Emilio e altri, si presero cura di me. Li sentivo ma non li vedevo. Durante la notte c’era sempre al mio capezzale, l’infermiere di turno. La mattina, dopo avermi lavata, cambiavano le lenzuola. I medici, tra cui la dott.ssa Caterina di Fronzo, il Dott. Paolillo ed i suoi colleghi, mi controllavano continuamente per vedere il mio stato di salute. Dopo quattro giorni, sono stata sottoposta a svariati esami clinici. Il quarto giorno ho cominciato ad aprire gli occhi, così ho potuto vedere il viso delle persone che mi erano state vicine. Ho conosciuto il Dott. Renato Piantanida, primario del reparto odontoiatria, una persona squisita. Ogni giorno ricevo telefonate dalla Germania. La mia assicurazione voleva sapere se era il caso che io fossi trasportata, in aereo, in Germania. Ma l’assicuravo che mi trovavo molto bene e che ricevevo tutte le cure del caso. Dopo dieci giorni, per motivi personali e professionali, mi feci dimettere. Le mie condizioni di salute erano abbastanza buone. Mi è rimasto, sia nella mente che nel cuore, pur se ero in ospedale, un bellissimo ricordo. Un immenso grazie al caro Nicola ed a tutti gli infermieri ed i medici del reparto otorino, dell’Ospedale di Merate, che ogni giorno, essi con loro gentilezza e professionalità fanno sentire ai loro pazienti che soffrono, di essere sempre pronti a porgere la loro mano. Dr. Anna Maria Ruotolo Perrone da Bremen (Germania)