Il tema dell’incremento esponenziale degli insoluti apre a una riflessione più ampia rispetto a quelle che solitamente ruotano attorno ai discorsi organizzativi della prevenzione, del monitoraggio o, come estrema ratio, degli atti legali, che comunque cercherò di trattare in modo approfondito in altri articoli su questo blog. A parte le dovute eccezioni, sono infatti convinto che, soprattutto in questo ultimo periodo, il non pagare le fatture non sia una reale necessità, ma abbia assunto la dimensione di una pericolosa moda; una delle tante “furbate” che riempiono di orgoglio gli imprenditori più stupidi. Ritengo pertanto più corretto inquadrare il tema nel più vasto contesto della cultura imprenditoriale (o meglio, della sua grave mancanza) e di questo vorrei riflettere insieme a chi legge. Il problema, come per la depatrimonializzazione delle imprese, è tutto italiano: negli altri paesi questa piaga praticamente non esiste, o al massimo è fisiologica. Per chi fa impresa, oggi non è più possibile agire al di fuori della logica di una creazione di valore per tutti i soggetti coinvolti (dipendenti, consulenti, clienti, fornitori, ambiente sociale). Soprattutto il fornitore di un prodotto o di un servizio è ormai impegnato in una partnership profonda col suo cliente. La catena di valore è quindi costituita da numerosi anelli saldati tra di loro: se uno solo di questi viene spezzato, il valore viene distrutto per sempre. Pagare il corrispettivo stabilito, nei tempi stabiliti, è quindi semplicemente un anello della catena: l’attribuzione monetaria del valore ricevuto.. A quelle imprese che pensano di poter tranquillamente dilazionare i pagamenti all’infinito, o credono di non pagare e farla franca, dico: attenzione! Attenzione, perché a questa catena di valore, che avrete spezzato con la superficialità dei furbi, potreste non partecipare mai più. Quando la crisi finirà e l’economia tornerà a girare, potreste infatti ritrovarvi emarginati da un sistema che sa riconoscere il valore della reciproca correttezza e selezionare i soggetti che ne beneficiano. Potreste essere costretti a cercare gli stessi servizi altrove, a un prezzo più caro o con una qualità più anonima e scadente, mentre invece li avevate già costruiti e bastava rispettare tutti gli anelli della catena per mantenere forte la partnership. Non pagare le fatture può rivelarsi un costo elevato in futuro, ma anche una beffa nell’immediato, come è successo a un’impresa che ci ha scritto lamentando il fatto che la propria banca le ha improvvisamente revocato i fidi concessi l’anno precedente. Cos’è successo? Questa impresa aveva semplicemente smesso di pagare i propri fornitori per “preservare” un po’ di liquidità sul conto. Un atto poco lungimirante, che la banca ha interpretato nel modo più pragmatico: se non utilizzi i fidi allora vuol dire che non ti servono. Morale: l’impresa si ritrova ora con una serie di ingiunzioni per fatture non pagate e senza più liquidità per farne fronte. L’impresa porterà i libri in tribunale e cesserà di esistere. Per una volta, sarebbe stato meglio un po’ di “furbizia” in meno e un minimo di cultura imprenditoriale in più. Gianluca Boffetti