Il tempo del fidanzamento è una fase speciale e delicata sull’approfondimento della conoscenza fra due persone di sesso diverso. Questo periodo sottintende una vita ponderata e laboriosa in vista di un affinamento delle proprie capacità percettive e selettive. La scelta non cade a caso su un soggetto, e la mancanza di vigilanza mentale è inopportuna. Il lavoro implica senso di critica, di fiducia e di dono; regalare al compagno o alla compagna ogni attimo della propria esistenza senza dimenticare gli altri, chiaramente con diverso coinvolgimento sentimentale. I propri simili vanno presi in vera considerazione per la legge di fraternità e di amicizia che tutti e tutto unisce. Importante è caricare ognuno della propria responsabilità nei tuoi confronti con il tuo stesso modo di comportarti e, conseguentemente, di essere. In egual modo tu avrai la stessa responsabilità e rispetto, pur nell’amicizia, nel confronto dell’altro che non dovrebbe varcare i limiti consentiti solo fra coloro che hanno contratto il matrimonio, che hanno una seria convivenza o che stanno per scegliersi.Ebbene, si sottintende che l’analisi fra la coppia debba essere fatta ponderatamente nell’ambito della regione emozionale, sentimentale e mentale, al fine di scandagliare dolcemente e seriamente l’animo per un’apertura e una donazione totale all’altro che non venga ingannato sul tuo conto, sulle tue qualità, sull’efficacia e sulla fertilità delle premesse e delle promesse, affinché ne risulti un lavoro valido a tutti gli effetti: personale, familiare, civile e sociale. E’ fondamentale saper analizzare seriamente; libero è l’uno di conoscere l’altra nella misura in cui gli si permette di entrare nell’altrui sfera emotiva e mentale, al fine di analizzare il comportamento che poi diverrà progetto di vita insieme. La laconicità della letteratura a questo riguardo porta a rivedere il lavoro per un programma intenso e attento delle parti, diversamente lasciate a se stesse, in una giungla, con effetti disastrosi che porterebbero alla sofferenza un considerevole numero di componenti i nuclei che, per mancanza di formazione e d’insegnamento, fondano una famiglia senza le basi necessarie all’azione ponderata e ricca di interiorità. Ci sono troppe unioni, meglio dire divisioni, fra persone che infieriscono l’una sull’altra e di conseguenza sui figli, il più delle volte in tenera età, ingenerando nel loro animo angoscia e devastazione. … E che dire di vite perse?… Letteralmente distrutte da un’arma puntata loro contro, con il terrore e lo sconvolgimento della vittima che vede avanti a sé l’inferno aprirsi sotto i piedi: tutto crolla, tutto è distrutto! C’è solo pianto terrore e prostrazione. Se dicessi che sono necessarie norme che arginino il dilagare del permissivismo, perderei il mio tempo e sarei tacciata di moralismo da coloro che fomentano e da coloro che approvano i frequenti sinuosi solleticamenti, ed esaltano vizi per portarli su un trono di condiscendenza come se fossero virtù o quantomeno conquiste. Quindi, è opportuno sapersi tutelare da ambienti, modelli e comportamenti ambigui e per niente edificanti, al fine di difendersi da molte insidie e poter vivere una vita onesta e dignitosa… Per favore, non si asserisca che viviamo in uno stato e in un tempo in cui vige la libertà, perciò tutto è normale e rientra nell’ambito culturale e mentale. E non si dica che ognuno è libero di fare ciò che gli pare… perché non è così… tante grazie! Certi individui, specialmente i meno forti, dopo essere stati plasmati in modo mirato dalle continue sollecitazioni, cedono e credono che ciò che gli si presenta e gli si propone sia il meglio, perché offerto da una società evoluta e all’avanguardia che non può certo sbagliare, ingannarsi ed ingannare. Mentre purtroppo è il sistema che schiavizza e forma, prendendo il sopravvento sull’educazione, quella vera. Annita Rota 25 novembre 1996