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DAITARN III

Visto e considerato il crescente interesse dei cartoni animati giapponesi, proponiamo una rubrica che sicuramente sveglierà in noi (30-50 anni) ricordi sempre rimasti nel cuore. Per le nuove generazioni lo scoprire come altri ragazzi, 30 anni, riempivano le loro giornate guardando la televisione tra libri di scuola e merendine… 

La storia: Siamo agli inizi inoltrati del XXI secolo (e non “alla metà degli anni ‘80” come erroneamente avvertono alcuni siti autorevoli che si basano, probabilmente, sulle informazioni del retro-copertina del 45 giri della sigla Tv), e la civiltà umana ha cominciato ad espandersi nello spazio. Sozo (= “il creativo”) Haran è un famoso scienziato avanguardista della colonia di Marte con il sogno di “migliorare” la specie umana tramite innesti bio-meccanici. Per questo non esita a sacrificare la moglie ed un figlio ai suoi esperimenti volti a creare il “cyborg perfetto”.

Pare che il primo dei codesti cyborg, Don Zauker, abbia preso il sopravvento sul suo creatore, ma non si saprà mai a chi appartenga il suo “cervello”…

Dopo aver subito la rivolta dei cyborg, gli uomini della colonia di Marte vengono tutti trasformati in meganoidi ed organizzati in una società gerarchica e militarizzata avente all’apice Don Zauker e la sua “interprete” Koros. I Meganoidi sono divisi in “cellule”, ognuna affidata ad un comandante con agli ordini un nutrito manipolo di soldati e mezzi. I comandanti conservano un aspetto esteriore umanoide e possono trasformarsi in giganteschi robot lottatori, i Megaborg (spesso tramite una specie di altare oppure grazie ad un bracciale); i soldati meganoidi, invece, somigliano molto a dei manichini (più alto il grado, più umano l’aspetto). A dispetto della fama di creatore dell’impero meganoide, Zauker è un robot incapace di muoversi e diparlare correttamente: a tutto pensa, in sua vece, la fida Koros, che traduce in ordini i suoi indistinti mugugni.

L’intento principale dei Meganoidi è quello di sequestrare più esseri umani possibile al fine di trasformarli in cyborg asserviti alla loro causa. Tutto ciò per affermare il loro credo: rendere un servizio all’evoluzione tramite l’espansione della forma di vita cyborg e dei suoi valori, rinneganti i sentimenti e la procreazione. Marte, come vi dicevo, è il dominio di Zauker ed essendo un pianeta ricco di miniere d’oro e di altri preziosi, rende la risorse dei Meganoidi quasi infinite. Da notare che, quando i comandanti meganoidi si infiltrano sulla Terra, non sono mai dei “barboni”, bensì ricchi attori, industriali oppure nobili; in puro stile 007, dove, se ci fate caso, l’agente Spectre (o il cattivo di turno), è sempre un riccastro.

 

A combatterli rimane l’eccentrico miliardario Banjo (=”vita movimentata”), il figlio del dottor Haran fuggito da Marte con “un missile pieno di lingotti d’oro”, ed un robot meganoide da guerra: DAITARN III.

Lo scopo di Banjo è quello di liberare il mondo dalle tracce dell’immondo delitto di cui suo padre si era macchiato. Con buone dosi di humor in stile 007, colpi di scena e poche lacrime, Banjo riuscirà infine a vendicarsi dei cyborg, arrivando persino su Marte. La battaglia finale lo vede intento ad uccidere Koros, la quale, in punto di morte, invoca il sommo Don Zauker: il cyborg capostipite si risveglia dall’incoscienza -che egli fosse solo un manichino di Koros? E chi è Koros?- per venire poi, trasformatosi in un megaborg, sconfitto dal Daitarn. L’impero meganoide di Marte viene distrutto proprio mentre Koros, disperata, contava di scagliare Marte contro la Terra grazie a dei megapropulsori. Durante le sue avventure, Banjo è aiutato da alcuni assistenti: Beauty Tachibana, una fotomodella bionda figlia di un riccone (già mecenate del padre di Banjo); Reika Sanyo, un’affascinante ex-agente dell’Interpol; Garrison Tokida, il fido maggiordomo esperto di elettronica e Toppy, un ragazzino trovatello. © 1978/1979 Nippon Sunrise/Sotsu Agency

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