Noi che si accontentavamo di cose semplici ma che ci davano tanto divertimento…. Noi che ogni volta che suonavamo rispondeva la madre.Noi che andavamo all’amica del cuore di quella che ci piaceva e le chiedevamo: “Dici a Maria se si vuole mettere con me?” Il giorno dopo tornava e la
Siamo appena tornati da un giro molto lungo o forse così sembra a noi che non siamo abituati all’anarchia totale. Per strada dalle persone che ti fermano a ogni angolo x venderti qualcosa, alla povertà che si respira ovunque con le fogne aperte. Gli animali magrissimi x strada ma comunque
Noi che si accontentavamo di cose semplici ma che ci davano tanto divertimento…. Noi che avevamo il mangiadischi ARANCIONE schiacciato E con il manico.Noi che nei prati al buio tra il frinire delle cicale scorgevamo ancora le lucciole (e non sapevamo sarebbero state le ultime).Noi che era pronta la cena
Non ho voluto di proposito scrivere nell’immediato sulle immagini televisive che mostravano una struttura preposta al trattamento sanitario di degenti anziani non autosufficienti, persone malate nella carne e nello spirito, per non incorrere in parole troppo forti, in aggettivi e sostantivi di nessuna comprensione per questi “riferimenti professionali”, tanto ricercati
“Tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Prendete con le vostre vele i venti. Esplorate. Sognate. Scoprite.” (Mark Twain)
Alla soglia dei 50 anni, un curioso sentimento di fatalismo sorridente, che assomiglia alla saggezza ma anche alla rassegnazione. Accettare quello che (mi) succede, per quanto non passivamente, accettare i limiti e perdonarmi gli errori (questa è la cosa più difficile). Come diceva quel tale: comincio ad avere la serenità
Il tuo cuore lo porto con meLo porto nel mio.Non me ne divido mai.Dove vado io, vieni anche tu….qualsiasi cosa sia fatta da me, la fai anche tu…Questo è il nostro segreto profondoradice di tutte le radicigermoglio di tutti i germoglie cielo dei cielidi un albero chiamato vita,che cresce più
Quando hai dato il cuore senza limiti non puoi trovar paura di sognareNe ho sentito l’emozione come germoglia un fiore,ne ho sentito il profumo d’un affetto sinceroche non ha paragoni,ne ho trovato un calore vero..cosi come nasce il sole tra la bellezza dei tuoi pensierie la dolcezza dei sentimenti veri,continuo
In bicicletta coi figli nella campagna teatro dell’infanzia, sentirsi un po’ “tornato a casa”, guardare i girasoli e pensare di voler essere come loro ma anche di notte: rivolgersi verso le poche fioche luci che si vedono nel cielo buio, saperne o ricordarne i nomi, non dimenticare mai che c’erano,
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